Un gruppo di ricerca che fa capo al Prof. Guido Silvesti, virologo e immunologo alla Emory University di Atlanta (Georgia, USA), ha prodotto di recente un interessante documento riguardante le modalità di rientro a scuola degli studenti dopo i lockdown imposti dai governi europei durante la primavera appena trascorsa.
Il documento, apparso per la prima volta sulla pagina facebook del professore il 9 giugno scorso è stato lievemente modificato sulla base di alcuni aggiornamenti raccolti dal 9 al 17 giugno.
Evidentemente, non sono citate né discusse le linee guida emanate dal MIUR il 24 giugno 2020.
Il gruppo di ricerca è così formato
Margherita Carletti (Biomatematica, Università degli Studi di Urbino C. Bo)
Maria Luisa Sacchi (Ingegnere elettronico, MBA)
Raffaella Buscemi (Chimico, RSPP e Formatrice per la Sicurezza sul Lavoro)
Marilena Falcone (Ingegnere)
Gandini Sara (Epidemiologa Biostatistica, IEO)
Domenico Maria Cavallo (Ordinario di Medicina del Lavoro, Università degli Studi dell’Insubria)
Stefano Tasca (Pediatra Neonatologo, Casa di Cura Città di Roma – U.O.)
“Come evidenziato dalle associazioni dei Pediatri di ogni nazione – si legge nel documento – il lockdown con conseguente chiusura di asili e scuole per lungo tempo, ha fatto emergere, oltre a un inevitabile ritardo didattico, manifestazioni di disagio psicologico preoccupanti, effetto della prolungata mancanza di occasioni educative e di tempi adeguati di socializzazione. Secondo l’American Academy of Pediatrics il ritorno a scuola è necessario per lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale dei bambini e dei ragazzi, per attenuare, se non eliminare, le differenze socio-economiche dell’ambiente di provenienza ed evitare l’enorme disparità di accesso alle metodiche di didattica a distanza tra gli alunni, in modo particolare per gli alunni con disabilità”.
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