Una situazione stramba in verità e che il governo ha tamponato con il decreto 3/2014 fino a oggi, quando tenterà di chiudere definitivamente la partita. Se non ci saranno intoppi, scrive Il Sole 24 Ore, il personale della scuola si vedrà riconoscere in busta paga dai 50 ai 250 euro lordi (pari da 35 a 160 euro netti), a seconda della qualifica e dell’anzianità, mentre 160mila docenti riceveranno il massimo e cioè 160 euro.
Per coprire lo scatto 2012 il Miur ha messo sul piatto i 120 milioni di risparmi una tantum conseguiti con la riforma degli ordinamenti e i 350 milioni a regime che arriveranno dalla riduzione dei fondi utilizzati per remunerare le attività aggiuntive in favore degli alunni, il cosiddetto «Mof». I 38,87 milioni per salvaguardare le posizioni economiche Ata, somme percepite tra il 2011 e il 2013, verranno invece presi dai fondi per l’autonomia scolastica previsti dalla legge 440 del 1997.
L’obiettivo è «chiudere rapidamente – spiega il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini – con un accordo che abbia la più ampia condivisione possibile».
Lo scorso anno, infatti, quando si arrivò al recupero dell’annualità 2011 l’intesa all’Aran fu firmata da tutti i sindacati, tranne la Cgil.
Oggi si intavolerà la discussione generale, e si decideranno i singoli capitoli del Mof da tagliare. Anche in questo caso, dice GAsparrini, «si cercherà di penalizzare il meno possibile le attività rivolte a favore degli studenti».
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