L’esame svolto è stato molto semplice: gli organizzatori della simulazione hanno preso delle buste sia di marca Pigna sia di tipo Sandy e un cartoncino del peso di 140 milligrammi per metro quadrato, ovvero esattamente i materiali richiesti e acquistati nel 2011 dall’Ufficio scolastico lombardo, in quantità di 3mila unità, per lo svolgimento del concorso. A questo punto è stata effettuata la prova scrivendo dei nominativi caso, in diverse dimensioni e con diversi tipi di penne o biro, su alcuni cartoncini. Successivamente i cartoncini sono stati inseriti all’interno delle buste oggetto della prova.
Il risultato empirico è stato incontrovertibile, in controluce ogni nominativo risultava leggibile. La prova è stata ripetuta ponendo la busta contenente il cartoncino su un tavolo, anche in questo caso si è riscontrato che bastava far pressione con le dita sulla busta appoggia per far trasparire nome e cognome.
Le stesse prove di simulazione erano state precedentemente eseguite da alcuni docenti ricorrenti che sono giunti alle stesse conclusioni del quotidiano milanese. Intanto il prof. Teodoro Valente, consulente tecnico dell’Università
La Sapienza incaricata da Palazzo Spada della verifica ufficiale sulla trasparenza delle buste, entro il 30 marzo comunicherà il risultato dell’analisi al Consiglio di Stato, la cui sentenza definitiva è prevista per il 30 aprile. Si può vedere la prova fotografica di una simulazione eseguita dai ricorrenti
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