Dopo le elezioni politiche di ieri, 25 settembre, che hanno decretato la vittoria di Giorgia Meloni con Fratelli d’italia, ci sia chiede quando si formerà il nuovo Governo? Come prevede la Costituzione Italiana, i tempi non sono per niente brevi.
Come riporta SkyTg24, dopo le elezioni si attende qualche giorno per la proclamazione degli eletti da parte degli uffici elettorali presso le Corti d’appello. La prima riunione del nuovo Parlamento avrà luogo il 13 ottobre 2022. Ciò è previsto dalla Costituzione italiana all’art.61, secondo cui la prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Finché non siano riunite le nuove Camere, sono prorogati i poteri delle precedenti.
A presiedere la prima seduta del Senato a maggioranza di centrodestra potrebbe essere Liliana Segre, 92 anni, più anziana rispetto a Carlo Rubbia, 88 anni, e a Silvio Berlusconi, 86 anni il prossimo 29 settembre.
A Montecitorio invece dovrebbe toccare a Ettore Rosato, esponente della lista Azione-Italia viva-Calenda. Rosato presiederà la prima seduta della nuova Camera in quanto vicepresidente più anziano per elezione.
Dopodiché si passerà all’elezione dei presidenti di Camera e Senato.
Al primo scrutinio servono i due terzi dei componenti, al secondo e terzo voto il quorum si abbassa a due terzi dei votanti, dal quarto scrutinio basta la maggioranza assoluta dei voti e si procede a oltranza. Dal 1948 ad oggi non è mai stato superato il quinto scrutinio. Dunque, l’elezione dei due presidenti non dovrebbe andare oltre il 15 ottobre, un sabato.
Una volta eletti i presidenti di Camera e Senato, il Presidente della Repubblica di prassi convoca le consultazioni. In assenza di intoppi la finestra per le consultazioni si potrebbe aprire già per il 17-18 ottobre. I primi a salire sono gli ex presidenti della Repubblica (in questo caso probabile una telefonata con il presidente emerito Giorgio Napolitano), poi i due presidenti appena eletti e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento. Solitamente vengono sentiti i capigruppo a cui normalmente si uniscono i leader dei partiti.
Se il risultato è chiaro le consultazioni sono veloci, si concludono con l’incarico a un presidente del Consiglio, solitamente entro poche ore dalla conclusione. Se il risultato dovesse incerto e nessuna coalizione dovesse vincere in modo netto, probabili più “giri” di consultazioni, con il conferimento di incarichi esplorativi, solitamente ai presidenti delle Camere, o preincarichi a esponenti di spicco istituzionali.
Una volta che il presidente della Repubblica conferisce l’incarico al presidente del Consiglio, questi solitamente accetta con riserva e conduce sue ‘consultazioni’ con i partiti disposti a sostenere il suo esecutivo. Si comincia a formare un programma e a stilare una lista di ministri. Se il risultato è netto di solito in uno o due giorni anche queste ‘consultazioni’ si concludono.
Se le consultazioni del premier incaricato hanno esito positivo, questo torna al Quirinale, scioglie la riserva e viene nominato presidente del Consiglio. All’uscita dallo studio alla Vetrata, dove ha appena parlato con il Capo dello Stato, il neopresidente del Consiglio legge la lista dei ministri. Va ricordato che i ministri sono nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio, ai sensi dell’articolo 92.
Il giorno dopo o anche poche ore dopo lo scioglimento della riserva, il presidente del Consiglio e i ministri giurano al Quirinale nelle mani del Presidente della Repubblica. Se il risultato fosse netto, dunque, e non sorgesse nessun intoppo politico, il governo potrebbe giurare già negli ultimi giorni di ottobre.
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