Nei giorni scorsi una studentessa piemontese ha scritto al ministro Mariastella Gelmini per lamentare il fatto di non essere stata accettata dalla scuola alla quale aveva presentato domanda di iscrizione.
“Per colpa dei tagli della sua riforma – scrive la giovane studentessa – mi hanno detto che eravamo in troppi”: in effetti, per decidere chi accettare e chi rifiutare, il liceo in questione si è affidato alla estrazione sorte e la giovane studentessa non è stata aiutata dalla fortuna.
Immediata la risposta del Ministro: “Capisco il tuo disappunto e la delusione per quanto ti è accaduto. Ti invito però a non farti ingannare dalla propaganda messa in piedi ad arte contro il ministero: i cosiddetti «tagli», come li chiami tu, non c’entrano nulla”.
Nel rispondere alla studentessa il Ministro ha proprio usato le virgolette per parlare dei tagli; come dire: la parola esatta è un’altra (ma quale: razionalizzazione ? riorganizzazione ? riduzione ?) , il termine “tagli” lo lasciamo agli agit-prop e a quelli che scendono in piazza con striscioni e palloncini colorati.
Può darsi però che la giovane studentessa abbia semplicemente avuto modo di leggere la circolare n. 221 emanata il 13 luglio proprio dall’Ufficio scolastico regionale del Piemonte che chiarisce che “i tagli da Decreto Interministeriale” sono pari a 1639 posti.
E c’è da dire che la Direzione regionale non usa le virgolette.
Forse il Ministro farebbe bene a segnalare ai propri uffici periferici che la parola “tagli” – se proprio la si vuole usare – va scritta sempre tra virgolette, in questo modo si evita di indurre in errore i giovani studenti.
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