Cos’è la fiaba secondo Italo Calvino e Gianni Rodari? Come si scrive e come si racconta? Che cos’è una storia e quali tratti ricorrenti possiede?
I due autori, tra i più amati della nostra letteratura, a confronto nel corso di Mariarosa Rossitto, un webinar di formazione dal titolo La fiaba in Calvino e Rodari, per mostrare come entrambi gli scrittori e intellettuali si misurano felicemente con il genere fiabesco, traendone suggestioni e spunti indimenticabili.
Una proposta formativa che continua a celebrare, sin dal 23 ottobre scorso, i cento anni dalla nascita di Gianni Rodari, facendo da controcanto a un intero anno di iniziative che le scuole hanno progettato e lanciato organizzando laboratori di scrittura e di lettura dedicati al maestro più celebre della nostra storia, cui va attribuito il merito di avere sottratto la letteratura per l’infanzia alla definizione di genere secondario, per farla approdare tra i generi maggiori, là dove la scrittura dell’assurdo o i giochi linguistici di Rodari non hanno nulla da invidiare a Raymond Queneau o a Jorge Luis Borges o a Italo Calvino.
Di particolare interesse, dal punto di vista didattico, il lavoro di Rodari sulle fiabe classiche, un corpus di materiale che l’autore ha ripreso innumerevoli volte per usarlo come materia prima su cui costruire altre storie, nuove e moderne (al modo in cui oggi fa in modo molto efficace anche Emma Dante), sempre dinamiche e reinventabili, come da abitudine di Rodari di lasciare le storie a metà o a finale aperto, così da permettere ai piccoli lettori di contribuire alla storia con la propria fantasia.
Segnaliamo su questi aspetti il volume prezioso di Rodari Grammatica della fantasia, un eccezionale esempio di come ci si alleni alla creatività e alle abilità di decostruzione e ricostruzione, decodifica e codifica delle strutture testuali, ridefinendo personaggi, temi, linguaggi.
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