Didattica

Come sono stati investiti dalle scuole i fondi del PNRR? Molti i progetti interessanti, ma c’è ancora tanto da fare

L’acronimo PNRR lo conosciamo ormai tutti.  E tutti sappiamo che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha l’obiettivo di ridare ossigeno al Paese dopo gli anni della pandemia, rendendolo più efficiente, digitalizzato e sostenibile. La Scuola, istituzione strategica per la costruzione del presente e del futuro, ha avuto accesso a una somma non trascurabile del Piano, circa 20 miliardi: digitalizzazione degli istituti, lotta alla dispersione, formazione dei docenti, orientamento, questi alcuni degli ambiti in cui i Consigli d’Istituto potevano – e possono ancora – investire i finanziamenti ricevuti.

Ma cos’hanno realizzato, concretamente, le scuole, da nord a sud della penisola? Diamo uno sguardo ad alcuni progetti, anzi, ad alcune “storie” pubblicate sul sito che il Ministero dell’istruzione e del Merito ha dedicato alla ‘Scuola di domani’.

Per quanto riguarda, ad esempio, la riduzione dei divari territoriali, grazie ai fondi del PNRR, l’ITIS A. Volta di Alessandria ha deciso di impegnarsi nel contrasto alla dispersione scolastica, tanto da istituire il primo referente diversità e inclusione d’Italia. L’istituto si è altresì trasformato in una sorta di campus, aperto tutti i pomeriggi e a volte anche la sera, con il coinvolgimento diretto delle famiglie. Interessante il  laboratorio “Il peso delle parole” sull’inclusione e la diversità come valore, che ha previsto al mattino momenti per gli studenti, nel pomeriggio per i docenti e alla sera per i genitori. O come il laboratorio teatrale che ha messo a confronto la situazione delle donne dall’antica Grecia al ‘900, mettendo insieme diverse forme artistiche, dalla recitazione alla musica e alla danza-lotta. Come sottolinea l’abstract di presentazione, l’obiettivo delle azioni attivate, che riguardano circa 1300 studentesse e studenti, è  unire riflessioni tematiche ed esperienze innovative, per rafforzare gli apprendimenti, creare relazioni e ponti, motivare alla frequenza scolastica.

Passando alla linea di investimento ‘Didattica Digitale Integrata e Formazione alla transizione digitale del personale scolastico’, l’ICS “Italo Calvino” di Catania ha organizzato una serie di laboratori dedicati al personale scolastico sulla didattica legata alle materie STEM nell’ambito della transizione digitale. Obiettivo principale della formazione è stato quello di produrre un cambiamento di atteggiamento rispetto alla didattica ordinaria. In particolare il laboratorio di robotica ha mostrato ai partecipanti come utilizzare i kit di robotica educativa da utilizzare nelle classi, come costruire robot e come programmarli con la programmazione visuale a blocchi.

Ci spostiamo a Caserta, all’ITIS ‘F. Giordani’, che ha organizzato un laboratorio “Explor-AI”, per offrire ai docenti un viaggio nell’arte e nella cultura per mezzo dell’intelligenza artificiale.

Un’ opportunità per sperimentare i nuovi strumenti messi a disposizione da questa tecnologia, soprattutto in termini di storytelling e produzione di testi arricchiti. Obiettivo principale della masterclass è stato quello di accrescere competenze e conoscenze relative alle applicazioni dell’intelligenza artificiale nella didattica, perché gli studenti diventino cittadini del futuro.

In tutto questo fermento organizzativo, c’è però un dato che stona: secondo uno studio realizzato dalla Fondazione Agnelli, al 31 dicembre 2023 la spesa effettivamente sostenuta dalle scuole italiane è circa il 17% degli stanziamenti, un tasso di avanzamento finanziario più basso di quello dell’insieme del PNRR (22%). Un risultato di certo insoddisfacente, ma anche preoccupante: perché le scuole non riescono a programmare, lasciando languire, inutilizzati, i finanziamenti ricevuti?

Gabriele Ferrante

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