Quanto della Buona scuola il nuovo governo può davvero cambiare?
La domanda è posta da Andrea Gavosto sul sito Lavoce.info che aggiunge: “Di certo, non cancellerà le assunzioni dalle Gae e quelle previste dal concorso 2016 (in tutto, circa 150 mila insegnanti), con un aumento della spesa pubblica di 3 miliardi l’anno”.
Se poi, come è probabile, si faranno entrare in ruolo anche le più di 6.500 diplomate magistrali si potranno aprire scenari incoerenti, dimostrando così che “le assunzioni sono un campo minato per qualunque ministro”.
Sulle procedure di reclutamento, due sono gli interventi prevedibili in base al contratto. Il primo è l’abolizione della cosiddetta “chiamata diretta” (che era una delle poche buone idee della riforma del governo Renzi); il secondo è il rafforzamento dei legami fra docenti e territorio per garantire la continuità didattica, riducendo le sostituzioni in corso d’anno e nel ciclo scolastico.
Tuttavia, secondo LaVoce, “mentre il divieto di assumere da altre regioni sarebbe incostituzionale, si può invece pensare a una “ferma” obbligatoria. Una tendenza dunque da limitare, sapendo però che per la continuità didattica occorre operare soprattutto sulla mobilità interna alla provincia (o all’ambito)”.
“Fra gli spunti condivisibili del contratto di governo ci sono l’attenzione all’edilizia scolastica e alla formazione continua dei docenti ( ma con quali risorse?), come pure l’idea che tutti gli insegnanti, non solo quelli di sostegno, debbano essere formati per l’inclusione”.
L’abolizione delle classi pollaio è invece “poco rilevante: le stime parlano di un modesto 0,3 % in un contesto che vedrà in 10 anni la popolazione scolastica calare di un milione di allievi”.
Il M5s vorrebbe abolire l’alternanza scuola-lavoro, ma “la Lega si mostra invece più sensibile alle esigenze del mondo produttivo”: che faranno?
“Nel contratto gialloverde- spiega ancora Lavoce.info- vi è un grande assente: il rinnovamento della didattica. Per un paese che, a partire dalla scuola media, rimane stabilmente nel gruppo di coda dell’Ocse per quel che riguarda gli apprendimenti degli studenti, non è un’omissione da poco”.
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