Ma come si fanno le lezioni a distanza nella scuola primaria? E soprattutto, come possiamo valutare i nostri alunni?
E’ uno degli interrogativi che spesso è volentieri abbiamo riportato sin dai primi giorni di didattica a distanza. E se è complicato portare avanti le lezioni online per i bambini di scuola primaria, figuriamoci le difficoltà relative la valutazione di questi alunni, sulla base di quanto fatto (o non fatto) praticamente per tutto l’ultimo quadrimestre.
Con l’approvazione del decreto Cura Italia avvenuto nella giornata del 24 aprile, si stabilisce non solo l’obbligatorietà della didattica a distanza, ma anche che la valutazione per la didattica a distanza diventa legittima a tutti gli effetti allo stesso modo di quella in presenza.
Ciò non toglie il fatto che sul tema della valutazione, dei criteri da adottare alla luce delle difficoltà della didattica a distanza per la scuola primaria, le maestre (e i maestri) abbiano e avranno ancora diversi dubbi e idee diverse.
Valutazione scuola primaria per la didattica a distanza: “Mettiamo 10 a tutti gli alunni”
Da qualche giorno, anche sui nostri canali social, sta prendendo piede l’idea di un gruppo sempre più nutrito di insegnanti che avrebbe trovato a “modo loro” una soluzione: “Mettiamo 10 a tutti i nostri alunni”.
Mettere tutti 10, sia chiaro, sarebbe una provocazione per far comprendere che con tutte le difficoltà legate alla didattica a distanza nella scuola primaria, con lezioni online che spesso non si riescono nemmeno a portare avanti, sarebbe inutile riunirsi e stabilire un voto numerico. Anche se, come sappiamo, la valutazione è obbligatoria. Ed ecco che allora, almeno nella scuola primaria, alcuni insegnanti spingono per il simbolico 10.
A lanciare l’appello fra i primi è stata la maestra Caterina: “Secondo me in questa fase, con la ‘didattica della vicinanza’, è l’ unico voto numerico possibile”. Andando più nello specifico, l’insegnante spiega: “Si può chiedere al Ministro che almeno per la primaria si possa ammettere alla classe successiva senza nessun voto numerico. Al massimo un giudizio o una valutazione scritta. Che non valuterà certamente le competenze. Ma parlerà della didattica della vicinanza”.
Questa proposta ha trovato seguito anche in altri casi, come la maestra Giulia: “Ma come possiamo dare un voto a dei bambini in queste condizioni? C’è da dire che in molte scuole non riescono a fare nemmeno quello che abbiamo fatto noi nella nostra scuola. Come fai a mettere un voto numerico a un bambino che veramente non puoi seguire? E perché invece, data la situazione straordinaria, non si premia simbolicamente chi sta soffrendo molto in questa situazione, ovvero gli alunni? Tanto si viene comunque promossi. Almeno evitiamo ipocrite valutazioni basate sul nulla”.
“Ok che non sarà veritiera al 100%, ma una valutazione si può fare”
C’è chi invece non sembra proprio d’accordo con questa soluzione: “Mettere tutti 10 significa tutti 6. Non è giusto per chi studia. Dire tutti 10 perché c’è il corona virus significa non tenere conto del lavoro già svolto prima. Perché non si trova una soluzione mediana: prendere come base la prima valutazione fatta e premiare chi ha messo impegno ma non abbassando i voti a chi non è riuscito a fare di più”, puntualizza la maestra Elisabetta.
Anche altre insegnanti, pur consapevoli che un voto non andrebbe a contemplare la realtà dell’apprendimento degli alunni, vogliono dare un senso di “normalità” in questa situazione straordinaria: “Il voto non esprimerebbe comunque il giudizio veritiero, ma nella mia classe, alcuni bambini hanno seguito di più e altri di meno le lezioni online. Quindi, seppur labili, alcuni elementi oggettivi di valutazioni li abbiamo in molti casi. Magari terremo sicuramente conto del rendimento prima del covid. Ma una valutazione io la farò”, spiega la maestra Laura.