Dopo il discorso del presidente Giuseppe Conte di domenica sera è ufficiale: a scuola si tornerà a settembre e a giugno l’esame di Stato si svolgerà in presenza con modalità ancora da precisare: Conte ha parlato infatti di “esame in conferenza personale” senza però chiarire più di tanto cosa si debba intendere con tale espressione.
Ma ci sono ancora problemi aperti. Per esempio: come si possono valutare gli studenti sulla base dell’attività svolta con la didattica a distanza?
Il decreto Cura Italia fornisce una prima risposta perché dice che la valutazione degli apprendimenti oggetto della didattica a distanza ha gli stessi effetti quella “tradizionale”.
In altre parole è del tutto legittimo collegare la valutazione degli studenti alle attività svolte con la didattica a distanza.
Resta però una questione di fondo perché al termine dell’anno scolastico i consigli di classe dovranno utilizzare voti numerici per indicare i diversi livelli di apprendimento.
Ed è proprio su questo che si sta aprendo il dibattito.
MCE e CIDI, per esempio, propongono che l’anno scolastico si concluda senza voti numerici e mettono a disposizione delle scuole uno schema di delibera
Ma sono in molti a dire che, quando la scuola tornerà alla normalità, il tema della valutazione non dovrà essere abbandonato.
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