Quello della valutazione è stato sempre un problema molto discusso nella scuola italiana, soprattutto per quanto riguarda la sua soggettività/oggettività, che ha più volte messo in crisi gli strumenti di misurazione e di valutazione maggiormente utilizzati dai docenti. Le criticità rilevate negli anni nella didattica in presenza, nella didattica a distanza oggi si ingigantiscono, anche per la mancanza di una esperienza pregressa.
Pensare a una valutazione di tipo sommativo non è una strada percorribile, perché questa modalità valutativa trova la sua sintesi in un voto che esprime un bilancio a posteriori sui traguardi effettivamente raggiunti o parzialmente raggiunti o non raggiunti da ogni studente.
Quindi bisogna percorrere la strada più complessa, ma più significativa dal punto di vista culturale, quella della valutazione formativa. E’ la valutazione che tiene in considerazione tutti gli elementi di crescita dello studente, che pone attenzione al suo processo di apprendimento/insegnamento, che valorizza i progressi individuali e di gruppo, che cerca soluzioni alternative a situazioni di disagio o di difficoltà negli apprendimenti. La valutazione formativa tiene ben presenti tre aspetti del processo di apprendimento/insegnamento: la meta da raggiungere, il livello culturale iniziale di ogni studente, la validità del processo stesso. Non si possono valutare i risultati se non si valuta allo stesso tempo il processo e, quindi, l’efficacia dell’azione didattica del singolo docente e di tutto il consiglio di classe.
Il processo di apprendimento/insegnamento va osservato, ed eventualmente, ricalibrato, quindi, nel lungo periodo, dal primo all’ultimo anno della scuola primaria o della secondaria di primo o di secondo grado, ma tiene anche conto dell’intero percorso scolastico dello studente.
Se la scuola ha proceduto negli anni, e quindi anche nel corso di quest’anno scolastico, nel rispetto del progetto formativo dello studente, ha tenuto nella dovuta considerazione la sua centralità, ha via via monitorato il suo percorso formativo, ha cercato di sostenerlo nelle difficoltà, oggi non avrà difficoltà a procedere nella valutazione degli apprendimenti, seppure a distanza, perché ha molti elementi in mano per rendere rigorosa ed equa la valutazione di fine anno, per non correre il rischio di una sanatoria grossolana che farebbe torto a studenti e a professori. Gli studenti considererebbero la valutazione uno strumento non equo e per questo motivo, in ogni caso, sarebbero insoddisfatti, i professori non sarebbero più credibili agli occhi dei loro alunni.
In particolare per i candidati agli esami di Stato il consiglio di classe, che quest’anno, come pare, sarà chiamato alla ratifica finale delle valutazioni che conducono al diploma, deve prendere nella giusta e rigorosa considerazione il curriculum di ogni studente, le valutazioni effettuate nei primi cinque mesi di didattica in presenza, il comportamento, ogni elemento che possa essere utile a dare una valutazione equa, che non faccia torto a nessuno, anzi valorizzi le prestazioni e la crescita degli studenti. Anche le verifiche a distanza possono avere una loro validità, sempre comunque, ai fini di una valutazione formativa e non meramente fiscale, se fondate sui nodi concettuali delle discipline curriculari e se sono strutturate in modo da guidare gli studenti alla riflessione sui contenuti proposti.
E’ indiscutibile l’importanza della conoscenza dei contenuti disciplinari, ma è altrettanto importante fare acquisire agli studenti quella che è la competenza delle competenze, cioè la capacità di imparare a imparare, la capacità di autonomia nello studio che consentirà loro di implementare le conoscenze sia per procedere con successo negli studi universitari sia per un efficace inserimento nel modo del lavoro.
Evitiamo, quindi, di costringere gli studenti a stare davanti al computer per ore come se fossero dentro un’aula scolastica, puntiamo sugli aspetti nodali della programmazione di classe, dopo averli eventualmente, qualora fosse necessario, concordati nuovamente con tutto il consiglio di classe alla luce della nuova situazione, e per il tempo che ci separa dalla fine delle attività didattiche continuiamo a costruire il rapporto formativo con gli studenti con le risorse che abbiamo a disposizione, valorizzandole al massimo. Che non sia un tempo perduto né per gli alunni né per noi.
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