Categorie: Personale

Come valutare i prof? Con le pagelle fatte dagli studenti

Nelle strategie del ministro del Miur Mariastella Gelmini tagli e merito vanno a braccetto: solo che dei primi, che saranno al centro dei tavoli tecnici tra parte pubblica e parti sociali nei prossimi giorni al ministero, si parla tanto; del merito invece l’unica cosa certa è che si attuerà attraverso la redistribuzione del 30% dei soldi risparmiati dalle economie. Quasi nulla è trapelato sinora su come determinare il personale scolastico più meritevole.
La selezione dei lavoratori della scuola (in particolare i docenti) più bravi è anche un tema su cui negli ultimi anni si sono arenati diversi progetti. Il nodo della questione rimane sempre quello su chi è deputato a scegliere: per la maggior parte dei sindacati affidare ai presidi questa ulteriore responsabilità trasferirebbe infatti un’ulteriore quanto pericolosa fetta di potere. Altre formule, come quella delle verifiche individuali da adottare periodicamente, comporterebbero degli investimenti cospicui. Come appare impraticabile, se non altro per la disomogeneità degli studenti, associare la preparazione e le competenze degli allievi con il grado di bravura dell’insegnante.
Come fare allora? Una proposta originale è stata lanciata al Ministro Gelmini dall’on. Nunzia De Girolamo (Pdl): realizzare le pagelle non solo  per gli studenti, ma anche per gli insegnanti. “Le pagelle redatte dagli studenti a fine anno potrebbero essere uno degli strumenti di valutazione dell’attività svolta dai docenti“, ha detto la deputata beneventana coordinatrice del Pdl soprannominata “la Carfagna del Sannio” per la sua avvenenza e la giovane età.
Secondo la De Girolamo sarebbero diversi i benefici che si otterrebbero da questa iniziativa: oltre che a “monitorare l’attività fondamentale dei professori” questa operazione “aiuterebbe a coinvolgere i giovani ad accelerare il loro senso di responsabilità e di maturità“. Dare i voti anche ai docenti non permetterebbe poi solo di premiare i docenti più abili, ma anche di “pizzicare” i peggiori: “cos’ì come è giusto che gli studenti tornino ad indossare divise e vengano puniti gli atti di bullismo – puntualizza De Girolamo – è altrettanto importante individuare quegli insegnanti che non svolgono correttamente la propria attività, fondamentale per la formazione culturale e sociale dei nostri ragazzi“. Se la proposta dovesse avere seguito saranno comunque non pochi i punti da definire per renderla applicabile: ad iniziare dalla scelta degli studenti a cui mettere in mano questo delicato strumento di valutazione. Farlo con tutti sarebbe la cosa più logica, ma anche più rischiosa; selezionare una rappresentanza potrebbe però creare dei problemi di democrazia.
Alessandro Giuliani

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