Categorie: Politica scolastica

Comitati di valutazione: e adesso si fa sul serio

Nei comitati di valutazione stanno arrivando gli esperti esterni. Ma in decine di scuole i collegi non nominano i propri rappresentanti.

 Sono almeno tre le regioni che hanno già provveduto a attribuire gli incarichi agli esperti esterni che faranno parte dei comitati di valutazione. Si tratta di Piemonte, Calabria e Basilicata.
Nei prossimi giorni, quindi, i dirigenti scolastici potrebbero già convocare i comitati per iniziare a definire i criteri per la distribuzione del “bonus premiale” (200 milioni a livello nazionale, 25mila euro in media per ogni scuola) previsto dalla legge 107.
E, a quel punto, si incomincerà a fare sul serio e tutti i problemi che fino ad ora sono rimasti sotto traccia dovranno necessariamente essere affrontati e possibilmente risolti.
Per esempio dovrà essere chiarito una volta per tutte quanti membri devono essere presenti affinchè le sedute siano valide. Cgil e Unicobas sostengono che il comitato deve deliberare con la presenza di tutti i membri (o almeno della metà più uno) mentre in una FAQ del Ministero si diceva che l’organo può funzionare anche in assenza di uno o più membri.
Ma cosa succede se mancano del tutto i docenti, i genitori (e lo studente nelle superiori) ? Può il comitato deliberare i criteri solo con la presenza del dirigente e dell’esperto esterno anche in barba al principio generale che “duo non faciunt collegium”?

 

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E, in mancanza di criteri deliberati dal comitato, che fine farà il fondo assegnato alla scuola? Rimarrà inutilizzato e dovrà essere restituito al Ministero?
Insomma le domande sono tante e bisognerà dare  qualche risposta, perchè di scuole in cui i comitati non si sono validamente costituiti ce ne sono alcune decine (e magari altre se ne aggiungeranno). Da diversi giorni l’Unicobas, sindacato che più di altri si è impegnato nella protesta, pubblica notizie sulle delibere adottate dalle scuole. Uitima in ordine d’arrivo è la notizia che all’Istituto tecnico Cannizzaro di Colleferro (Roma), uno dei più grossi della zona, il collegio non ha votato i propri rappresentanti. Ma ci sono scuole dove la protesta ha coinvolto anche il consiglio di istituto come per esempio i due comprensivi romani di Santa Procula e di via Ormea.
Sarà interessante capire cosa succederà proprio in queste scuole.

 

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Reginaldo Palermo

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