Categorie: Politica scolastica

Comitati di valutazione: i ricorsi sono dietro l’angolo

Le notizie sul “bonus” per il merito che arrivano dalle scuole sono molto contrastanti ma, complessivamente, non forniscono un bel quadro della situazione.

In un certo numero di scuole (non moltissime, per la verità, i comitati non si sono costituiti ma solo al prezzo di una conflittualità pesante (in alcuni casi estenuante).
In altre scuole i comitati di valutazione si sono costituiti ma non si sono ancora insediati (“Aspettiamo disposizioni dal Ministero” sostengono dirigenti e docenti).
Ci sono poi situazioni strane, con comitati formati un po’ alla buona (d’altronde in regime di “buona scuola” non c’è neppure da stupirsi più del dovuto): non sempre, per esempio, i comitati sono stati formati nel modo corretto previsto dalla legge (due docenti designati dal collegio, uno dal consigli di istituto e due genitori oppure un genitore e uno studente).

 

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Alcuni nostri lettori ci segnalano che nella loro scuola del comitato fanno parte 4 o 5 insegnanti.
In altri casi ancora il comitato, pur correttamente formato, non si è ancora riunito neppure una volta ma in compenso si è costituita una commissione di lavoro che sta cercando di definire i criteri per l’attribuzione del bonus.
Il “doppione” viene così spiegato: “In questo modo i criteri vengono decisi con modalità più partecipate e più democratiche”.
Ragionamento che sottende un pensiero davvero strano: siccome non ci si fida del comitato di valutazione, peraltro eletto dal collegio dei docenti e dal consiglio di istituto, si mette in piedi una commissione parallela che, chissà perchè, dovrebbe essere più rappresentativo e più “democratico” del comitato.
Ma il problema maggiore è legato ai tempi: siamo ormai a due mesi dalla fine dell’anno scolastico e c’è il rischio che i criteri – se e dove verranno definiti – vengano resi noti a giochi fatti.
Chi vorrà percorrere la via giudiziaria avrà insomma la strada spianata.

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Reginaldo Palermo

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