La nota Miur su comitati di valutazione e bonus premiale ha chiarito alcuni dubbi ma lascia irrisolti non pochi problemi che in questi mesi sono emersi sull’intera questione.
Anche a causa di una gestione non sempre limpida e oculata in un buon numero di scuole c’è ancora confusione.
Per esempio in diversi casi il comitato si era regolarmente costituito perchè la scuola si era formata la convinzione (basata non si capisce su quali elementi) che il comitato stesso sarebbe servito solamente alla valutazione dell’anno di prova dei docenti neoassunti e non anche a definirela materia della valutazione dei docenti.
Adesso però si sta arrivando al dunque e chi è entrato a far partedi questo organo collegiale è in forte difficoltà e non sa come comportarsi.
In molte altre scuole continua anche alimentarsi la tesi secondo la quale i comitati dovranno persino individuare i docenti da premiare: come si sa, però, questo non è affatto previsto dalla legge che invece assegna ad essi solamente il compito di deliberare i criteri ai quali i dirigenti dovranno attenersi. La scelta degli insegnanti da premiare, e quasi certamente anche l’entità del compenso, idnividuale spetterà ai dirigenti scolastici.
C’è poi una questione collaterale ma neppure troppo: i componenti del comitato possono essere retribuiti con il fondo di istituto?
C’è chi sostiene che l’incarico è del tutto gratuito in quanto si tratta di carica elettiva (ma, se così fosse allora non si dovrebbero retribuire neppure i docenti funzione strumentale e nessun altro docente eletto in qualche modo dal collegio). Ad avvalorare questa tesi ci sarebbe secondo taluni lo stesso articolo 11 della legge 107 che stabilisce che i comitati vengono costituiti “senza nuovi o ulteriori oneri finanziari” (ma è del tutto evidente che il fondo di istituto esiste già e non si capisce perchè non possa essere utilizzato allo scopo). Ma forse un chiarimento non guasterebbe.
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