Il problema dei comitati di valutazione continua ad infiammare le scuole anche se non in modo generalizzato.
E’ considerato uno dei migliori licei italiani, eppure i suoi studenti è da anni che non affrontano le prove Invalsi. Sembra un paradosso, ma è cosi: il “Mamiani” di Roma è stato citato persino dalla associazione Treellle come un “liceo modello” ma solo pochi giorni fa il collegio dei docenti ha deliberato di non somministrare agli studenti le prove Invalsi.
E, nella stessa seduta, è stata votata anche una mozione contro la costituzione del comitato di valutazione.
In realtà la situazione è in fermento un po’ dovunque, anche in relazione al fatto che, adesso, in diverse scuole iniziano le convocazioni dei comitati. Ma non tutti ci stanno.
L’Unicobas è sul piede di guerra è proclama che “la lotta è più viva che mai”: al “Balducci” di Pontassieve, dove insegna anche lady Renzi il sindacato di base di Stefano d’Errico ha deciso di denunciare il dirigente scolastico per non aver concesso l’esame e la votazione di una mozione anti-comitato. Un’altra grana potrebbe esplodere in una scuola di Pescara dove il dirigente ha costituito il comitato pur in assenza dei docenti designati dal collegio che si era appunto rifiutato di eleggere i propri rappresentanti.
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Mentre si complica la vicenda del Levi-Civita di Pomezia dove nel pomeriggio dell’11 febbraio, dopo le polemiche dei giorni scorsi, sono stati eletti i docenti che faranno parte del comitato (ma stando alle prime notizie, hanno votato poche decine di insegnanti).
“Porteremo il maggior numero possibile di casi nelle aule dei tribunali – annuncia d’Errico – la norma che istituisce il comitato di valutazione è palesemente incostituzionale noi intendiamo usare tutti gli strumenti per impedire che la scuola cessi di essere un ambiente educativo e formativo e si trasformi in una azienda, gestita peraltro con metodi tanto autoritari quanto approssimativi”
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