Parte dal Lazio la protesta sindacale sulle modalità di nomima degli esperti esterni nei comitati di valutazione.
Con una nota ufficiale indirizzata al direttore regionale del Lazio, Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda evidenziano quelle che considerano vere e proprie irregolarità tali rendere pressochè illegittimo l’intero provvedimento.
Intanto c’è il fatto che – secondo i sindacati – molti dirigenti scolastici nominati come membri esterni non avevano mai dato la propria disponibilità (quel che è peggio è che nelle premesse del decreto l’Usr sostiene di aver acquisito il consenso di tutti i designati).
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Inoltre, a quanto pare, nel Lazio non è stato nominato nessun docente come esperto esterno e di questo i sindacati chiedono conto all’Ufficio regionale ricordando che in linea generale ogni atto amministrativo deve essere sempre adeguatamente motivato.
Senza trascurare il fatto che secondo l’Usr tutti i dirigenti nominati dovrebbero svolgere l’incarico a titole completamente gratuito e senza nessuna forma di rimborso.
E non basta ancora: l’Usr del Lazio ha nominato anche dirigenti che hanno già incarichi di reggenza nonostante che questa eventualità sia espressamente considerata dalla legge come del tutto residuale.
In realtà le “irregolarità” registrate nel Lazio sembrano diffuse anche in altre regioni: non si contano infatti i casi di dirigenti scolastici nominati esperti esterni in assenza di una loro richiesta o addirittura contro la loro volontà.
Ci sono persino casi di dirigenti scolastici che, pur non avendo fatto nessuna richiesta, sono stati nominati in due o tre comitati diversi.
Ai problemi strutturali dei comitati si aggiungono così anche quelli legati alle cattive modalità di costituzione. La strada, insomma, è tutta in salita fin dalla partenza.
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