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Comitati di valutazione: verso la “normalizzazione”?

Nelle scuole, la “battaglia” sul comitato di valutazione procede  in ordine sparso e in modo del tutto disomogeneo. La grande unità del movimento anti-legge 107 che sembrava essersi ceata tra maggio e giugno è ormai un lontano ricordo.

Ci sono scuole (pochissime per la verità) in cui i collegi hanno deciso, anche con delibere formali, di non costituire il comitato, altre in cui tutto è filato liscio e altre ancora dove si sta già addirittura iniziando a lavorare per definire i criteri per l’attribuzione del “bonus” per il merito.
Il fatto è che le posizioni dei sindacati rappresentativi sull’argomento non sono affatto chiare e la “linea” che si sta consolidando è quella di procedere in modo diversificato scuola per scuola a seconda dei “rapporti di forza”.  “Linea” che – di fatto – non consente però di comprendere bene quali siano le posizioni dei diversi sindacati.
Per esempio ha colpito molto la dichiarazione del segretario nazionale di Uil Scuola che stigmatizza il fatto che gli USR stanno nominando come propri esperti dirigenti scolastici in servizio o in pensione, lamentando apertamente l’assenza di docenti. Che è come dire che alla Ui i comitati di valutazione vanno bene ma a condizione che gli Usr nominino anche docenti e non solo ds.
C’è poi da dire che in molte scuole gli stessi dirigenti non hanno favorito la diffusione di informazioni chiare e precise: in diverse realtà, per esempio, i collegi hanno istituito il comitato nella convinzione che si tratti di un organo che dovrà occuparsi solo della vautazione del periodo di prova dei docenti neoassunti. Ma così non è e la “verità” verrà a galla non appena arriveranno nelle scuole gli esperti designati dagli Usr.
In altre scuole ancora non c’è stata neppure molta precisione nelle procedure di scelta dei docenti: in taluni casi i collegi anzichè designare due insegnanti come previsto dalla legge ne hanno eletti 3-4 o anche 5, mentre i consigli di istituto non hanno neppure preso in esame la questione. Insomma, improvvisazione e imprecisione stanno caratterizzando questa fase.
Resta infine in sospeso una questione giuridica di non poco conto: ma il comitato di valutazione è organo perfetto o no? Ovvero: il comitato, per decidere, deve essere per forza al completo. La Flc sembra propendere per la tesi del comitato perfetto, mentre ANP è su posizione opposta e sostiene che se il comitato non è completo il dirigente potrà assumere ogni decisione anche in assenza dei criteri generali fissati dal comitato.
Insomma la vicenda è ben lontana dalla sua conclusione. Intanto il tempo passa e siamo già al giro di boa della fine del primo quadrimestre.

Reginaldo Palermo

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