I Comitati della LIP scuola non parteciperanno alle audizioni che si svolgeranno in Parlamento sui testi dei decreti legislativi approvati dal Governo il 14 gennaio scorso.
Lo rendono noto i Comitati stessi con una lettera indirizzata alle Commissioni Cultura di Camera e Senato, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, alla Ministra dell’Istruzione e al Presidente del Consiglio.
I decreti, accusano i Comitati, sono statiĀ presentati dal Governo “senza alcun controllo democratico: nessun confronto con il mondo della scuola, con le associazioni, le forze politiche, i sindacati”.
Anzi, “il governo ha scelto piuttosto di forzare lo spirito dell’articolo 76 della Carta, che assegna all’Esecutivo la delega legislativa con un tempo limitato, e di usare un espediente della legge 107 per prorogare i termini di scadenza dell’esercizio della delega stessa”.
Ma c’ĆØ anche da considerare, fanno osservare i Comitati, che i parlamentari avranno pochissimo tempo per esprimersi su 8 decreti, tutti attineti materie delicate e complesse.
“Questa situazione – sottolineano i Comitati – mina la credibilitĆ del lavoro delle Commissioni permanenti di Camera e Senato e rende del tutto inutili le audizioni in Commissione, che, a causa appunto dei tempi ristretti, non potranno durare piĆ¹ di due minuti per ciascun soggetto”. Ā
La conclusione ĆØ inevitabile: “Il tempo dell’attesa, dell’ascolto, della negoziazione, della condivisione ĆØ scaduto da molto; non intendiamo legittimare un modo di procedere cosƬ profondamente antidemocratico ed autoritario. Pertanto non parteciperemo alle audizioni presso le Commissioni di un Parlamento che speriamo prima o poi ricordi qual ĆØ la sua funzione nell’architettura istituzionale della Repubblica”.
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Il documento, con cui si chiede esplicitamente il ritiro di tutti gli 8 schemi di decreto, ĆØ stato sottoscritto dal Comitato nazionale Lip per la Scuola della Costituzione (da domenica 22 ĆØ questo il nuovo nome del Comitato stesso, cosƬ come ĆØ stato deciso nel corso della assemblea nazionale svoltasi a Roma) oltre che da numerosi Comitati territoriali, dai Partigiani della Scuola Pubblica, dalĀ Manifesto dei 500 dai Lavoratori autoconvocati delle scuole di Roma e Lazio e da diversi altri gruppi di base.