In occasione della visita della ministra Valeria Fedeli a Cagliari, per un convegno alla Facoltà di Economia, un’accorata lettera aperta è stata preparata da parte dei docenti sardi contro trasferimenti e Buona scuola.
Il problema più grosso sollevato dai prof riguarda l’esilio di decine di docenti costretti a lavorare a centinaia di chilometri lontano da casa e famiglie. O addirittura fuori dalla Sardegna. La situazione è precipitata con il no alle assegnazioni provvisorie che l’anno scorso avevano evitato viaggi e spese.
“Veramente irragionevole – si legge in un comunicato del “Comitato delle valigie” – il rifiuto da parte del Ministero di assegnare i posti a questi docenti, visto che comunque saranno dati a docenti precari privi anch’essi di specializzazione. Se il personale specializzato per l’insegnamento del sostegno è di molto inferiore al fabbisogno, bisognerebbe formare i docenti e permettere così di ricoprire le migliaia di posti vacanti e disponibili, soddisfare al contempo il bisogno delle persone in situazione di handicap ed avere personale adeguatamente preparato”.
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Ma ci sono elencati anche i conti per far capire alla ministra come si vive lontano da casa: “La Buona scuola parla di formazione e di meritocrazia, quello che sta accadendo non tiene conto né dell’uno né dell’altra. Gentile ministra, il lavoro nobilita l’uomo, ma uno stipendio di 1.300/1.400 euro percepiti fuori dall’isola dove manca persino la continuità territoriale, nobilita ben poco se una grossa fetta deve essere usata per pagare l’affitto e tutte le altre spese necessarie”.
E infine l’appello: “Gentile ministra, abbiamo bisogno di fatti concreti e di soluzioni veloci , prima che la ‘Buona Scuola’, distrugga quel poco di buono e porti via la fiducia e la speranza di chi può davvero fare la differenza per una scuola migliore”.