Una raccomandazione del Mim, suggerisce che i ragazzi di elementari e medie, a partire del prossimo anno scolastico, dovrebbero annotare i compiti sul proprio diario a mano. Questo, dice il ministero, per stimolare la responsabilità e l’autonomia degli alunni nella gestione delle richieste di studio da parte dei docenti.
Un ritorno dunque ai tempi antichi, quando il diario scolastico era più di una semplice agenda, perché lì dentro c’era di tutto, comprese frasi d’amore, ricette e consigli come affrontare i primi amori, ma pure frasi celebri da dire all’innamorato/a. E poi rappresentava una specie di social network, con numero di telefono, indirizzi, ritagli di foto, di amorini e divi, riflessioni e altro e altro ancora.
Un ritorno indietro in qualche modo che però, crediamo, avrà vita effimera come le cose imposte o raccomandate, come questa, fuori tempo massimo, ignorando che certi fenomeni sociali non si possono bloccare, forse solo rallentare, ma fino a un certo punto.
Tuttavia, chiede Il sole 24 Ore, qual è lo stato di salute del comparto? Risponde il direttore generale di Panini Editore, casa editrice erede della storica famiglia Panini di Modena che ha nella scolastica il proprio business: “Abbiamo attraversato periodi difficili e momenti esaltanti. Il presente è all’insegna della tenuta, ma mi sento di dire che sul futuro siamo abbastanza ottimisti”.
“Il diario cartaceo ha una lunga storia dietro le proprie spalle e, mi sento di dire, anche un futuro interessante cui la circolare del ministero può senza dubbio contribuire. Soprattutto grazie a un prodotto: il diario Comix che da trent’anni tiene compagnia agli studenti italiani. Scrivere fa bene, leggere pure e mi sento di dire che i nostri prodotti rappresentano una proposta che va in entrambe le direzioni”.
Tuttavia, continua a dire l’esperto, nonostante la riduzione della popolazione scolastica, “stiamo riuscendo non solo a mantenere il fatturato ai livelli degli scorsi anni, ma anche ad aumentare la nostra quota di mercato. E ciò sebbene molti pensano che i social sono concorrenti del diario cartaceo”. In ogni caso, viene spiegato ancora, “al centro del nostro lavoro, c’è la qualità dei contenuti che proponiamo”, non per altro: finiscono sul banco dei nostri figli e ci restano per un anno”.
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