Non è facile capire con precisione come potrebbe procedere nell’immediato l’esame del disegno di legge sulla scuola. Tenuto conto della necessità del Governo di arrivare ad una conclusione in tempi rapidi, c’era da aspettarsi che oggi in Commissione Cultura si lavorasse intensamente.
E invece la riunione è durata un’oretta, giusto il tempo di fare l’elenco degli emendamenti ammessi e di quelli inammissibil e di votare una manciata di modifiche che comunque non comportano spese.
Il dato poco comprensibile riguarda anche i lavori di domani: il presidente ha comunicato che la seduta di domattina e quella pomeridiana sono sconvocate e che la commissione si riunirà solo domani sera alle 20,30 quando, forse, si potrà disporre dei necessari pareri della Commissione Bilancio.
Il fatto è che, se si va avanti di questo passo, è difficile che la Commissione Cultura possa concludere i propri lavori entro la settimana.
A quel punto, se il Governo volesse mantenere fermi i tempi annunciati, dovrà per forza di cose fermare i lavori della Commissione; il provvedimento andrebbe direttamente in aula, senza un relatore di maggioranza, gli emendamenti proposti fino ad ora “salterebbero” tutti e verrebbero sostituiti con un maxi-emendamento del Governo.
La conseguenza inevitabile sarebbe quindi il ricorso al voto di fiducia.
Soluzione che permetterebbe al Governo di evitare il rischio di “andare sotto” in Commissione e di incassare subito il voto favorevole dei verdiniani che proprio tra mercoledì e giovedì dovrebbero annunciare l’uscita da Forza Italia e il passaggio nei ranghi della maggioranza.
“Se dovesse finire in questo modo – commenta con noi la senatrice Maria Mussini del Gruppo Misto che proprio da oggi fa parte a pieno titolo della Commissione Cultura – sarebbe davvero gravissimo; al mondo della scuola verrebbe fatta pagare la mancanza di una politica scolastica degna di questo nome. Ma soprattutto ricadrebbe sulla scuola l’incapacità del vertici del PD di aprire un dialogo produttivo non solo con insegnanti, famiglie e studenti ma perfino al proprio interno.”
“La scuola – conclude Mussini – non merita un trattamento del genere, gli insegnanti si rivolterebbero, magari non subito visto che l’anno scolastico è ormai alla fine, ma certamente a partire da settembre. Sarà il caos e il Governo sarà chiamato a risponderne davanti al Paese intero”.
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