La bocciatura europea era prevista, ma non così sonora: la manovra del Governo gialloverde, anche dopo essere stata rivista e corretta lo scorso 13 novembre, ha ricevuto una vera e propria stroncata della Commissione Ue. Perché, numeri alla mano, il deficit strutturale 2019 peggiorerebbe dell’1%, invece di migliorare dello 0,6%, e le norme da attuare avrebbero un impatto negativo sul Pil invece di rafforzarne il potenziale.
Per il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis sono “numeri che parlano da soli”.
E ancora: il debito inchiodato al 131% per i prossimi due anni renderebbe il nostro Paese più vulnerabile agli shock e diretto verso l’instabilità.
Il commissario Moscovici: troppi rischi per economia e cittadini
“Chi pagherà il conto della spesa extra? Continuiamo a pensare che la manovra contenga rischi per l’economia italiana, le sue aziende, i suoi risparmiatori e i suoi contribuenti”, ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici.
Per i vertici della Commissione Ue, ci sono delle misure che fanno fare “retromarcia” rispetto alle tendenze palesate dagli esecutivi del passato prossimo. Si parla di deviazione “senza precedenti”.
Una delle incongruenze riscontrate riguarda l’anticipo pensionistico, quindi la novità di quota 100.
La Commissione Ue, lo scrive chiaramente nel rapporto sul debito: “L’analisi presentata in questo rapporto include la valutazione di tutti i fattori rilevanti e in particolare il fatto che le condizioni macroeconomiche, nonostante gli intensificati rischi al ribasso, non possono giustificare il largo gap nella riduzione del debito, dato che il Pil è sopra il 2% dal 2016; e i piani del Governo includono una retromarcia su riforme passate, in particolare sulle pensioni”.
Il vicepremier leghista: tra un anno ne parliamo
Come preventivato, però, il Governo non sembra scomporsi più di tanto. “Ho sempre detto che, fatti salvi i principi guida su pensioni, reddito, lavoro, partite Iva, se si vuole mettere in manovra di più sugli investimenti io sono disponibile a ragionare con tutti”, ha detto il ministro dell’interno Matteo Salvini, a margine dell’audizione al Copasir.
A caldo, poco prima, il vicepremier leghista era stato ancora più diretto: “È arrivata la lettera di Bruxelles? Va bene, aspettiamo quella di Babbo Natale”.
E ancora: “Ci lascino lavorare”. E continua: “Mi sembrerebbe irrispettoso che arrivino sanzioni per una manovra di crescita. Tra un anno ne parliamo, ma no a pregiudizi. Noi nella manovra ci crediamo, non vado a sindacare nelle manovre degli altri Paesi”.
Insomma, le parti fondanti della legge di bilancio non si andranno a toccare. A partire dalla controriforma delle pensioni.
L’ex ministra Gelmini: quota 100 solo per un anno e la flat tax non esiste
Dall’opposizione politica, intanto, si palesa preoccupazione. “Quota 100, e questo nessuno lo dice, non è una misura strutturale, è prevista solo per il 2019 e chi ne usufruirà avrà un taglio al proprio assegno pensionistico del 20-30%”, ha detto Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, intervenendo a “Zapping”, su Radio Uno.
L’ex ministra dell’Istruzione ha dichiarato anche che “la flat tax non esiste. Questa è una manovra che nasce non per far crescere e far sviluppare il Paese, ma per far crescere da qui alle europee il consenso nei confronti dei partiti che sostengono questo Governo”.