Si sono costituite in questi giorni le Commissioni parlamentari di Istruzione e Cultura.
La Commissione della Camera sarà presieduta da Valentina Aprea, già sottosegretario all’epoca del ministro Moratti, mentre quella del Senato sarà diretta da Guido Possa, vice-ministro all’Istruzione sempre nello stesso periodo.
Molte facce nuove e qualche assenza sorprendente.
Giuseppe Fioroni, per esempio, fa ora parte della Commissione Difesa, mentre le senatrici Mariangela Bastico (vice-ministro uscente) e Albertina Soliani, sottosegretario ai tempi di De Mauro, hanno preferito andare rispettivamente agli Affari costituzionali e all’Ambiente.
Maria Letizia De Torre, sottosegretario uscente, sta ora nella Commissione istruzione della Camera, di cui fanno parte anche politici illustri come Luigi Nicolais, ministro della Funzione Pubblica del Governo Prodi e Stefano Caldoro, viceministro all’Istruzione all’epoca della Moratti.
Nella stessa Commissione ci sono anche – tra gli altri – Paola Goisis della Lega, Emerenzio Barbieri, Gabriella Carlucci, Renato Farina e Fabio Garagnani del PdL.
Alla Commissione del Senato si segnalano in particolare le presenze di Giusepppe Valditara (si era parlato di lui come di un possibile vice-ministro della Gelmini), di Franco Asciutti (PdL, presidente della Commissione fra il 2001 e il 2006), di Vittoria Franco (PD, presidente uscente) e di Maria Pia Garavaglia (ministro all’istruzione del “Governo ombra” del PD).
Senza dimenticare la senatrice a vita Rita Levi Montalcini, l’ex Ministro Umberto Veronesi e l’ex presidente della Rai Sergio Zavoli.
Nel suo discorso di insediamento Valentina Aprea ha fatto cenno ai primi provvedimenti che dovranno essere esaminati dalla Commissione: nessun riferimento, però, a norme che riguardano il sistema scolastico.
In compenso ha sottolineato che la Commissione dovrà lavorare perché “la scuola diventi, per davvero, la scuola di tutti”.
“Ma perché questo accada – ha aggiunto Aprea – è necessario che diventi la scuola di ciascuno, capace di personalizzare i percorsi per raggiungere gli obiettivi comuni e riscattare i tanti talenti soffocati da un sistema di istruzione che ha rinunciato da tempo al merito inteso come leva reale di mobilità sociale nel Paese”.
Nei prossimi giorni le Commissioni inizieranno a predisporre un calendario dei lavori e a quel punto si capirà quale posizione avrà la scuola nei programmi della maggioranza di Governo.
E’ quasi da escludere che fra le priorità ci sia il disegno di legge sulla valorizzazione del merito nella scuola e nella pubblica amministrazione presentato a febbraio dall’attuale ministro Maria Stella Gelmini, a meno che non sia il Governo stesso a ripresentarlo tale e quale: in tal caso il ddl viaggerebbe su una corsia preferenziale, ma – tenuto conto dei molteplici problemi urgenti sul tappeto – l’ipotesi appare poco probabile.