Finalmente, i docenti impegnati nel biennio 1999/2001 come formatori e commissari nei corsi e negli esami relativi alla sessione riservata per il conseguimento dell’abilitazione o dell’idoneità all’insegnamento dovrebbero ottenere i compensi loro dovuti.
In tempi brevi, come si deduce dalle dichiarazioni del sottosegretario all’Istruzione Valentina Aprea, che lo scorso 9 marzo, su questo tema, ha risposto ad una interrogazione presentata da Giuseppe Molinari, parlamentare della Margherita.
Durante un question time alla Camera, il sottosegretario ha chiarito che "con il decreto-legge n. 230 del 31 luglio 2003, convertito nella legge n. 285 del 23 ottobre 2003, sono stati disposti ulteriori stanziamenti per complessivi 53,4 milioni di euro, di cui 34,083 milioni di euro per il 2003 e 19,317 milioni di euro per il 2004. Ciò per sanare la macroscopica sottostima dei partecipanti e, di conseguenza, la considerevole sottovalutazione della spesa necessaria per la svolgimento della sessione riservata di abilitazione prevista dalla legge n. 124/99, il cui onere era stato coperto soltanto per 38 miliardi di vecchie lire, mentre ne occorrevano altri 53,4 milioni".
I soldi adesso sono stati stanziati e il "Ministero dell’Economia e delle Finanze, con decreto n. 101395 del 16 settembre 2003, registrato alla Corte dei conti il 6 ottobre 2003, ha disposto la ripartizione degli ulteriori stanziamenti autorizzati dal citato decreto legge, in termini di competenza e di cassa, sui capitoli degli Uffici scolastici regionali".
Il sottosegretario Aprea ha aggiunto che "è in corso il monitoraggio di tali ulteriori spese", in considerazione che molti degli insegnanti che hanno diritto al pagamento dei compensi si sono rivolti alle competenti sedi giudiziarie per riscuotere i propri crediti, ottenendo sentenze favorevoli, con il riconoscimento degli interessi di mora e delle spese di lite a carico dell’amministrazione.
A tal proposito, Giuseppe Molinari, ricordando di aver presentato la propria interrogazione parlamentare già un anno fa (il 5 marzo 2003), ha ribattuto di augurarsi "che per il futuro il Ministero adotti provvedimenti più celeri, in modo tale da corrispondere agli aventi diritto le loro spettanze esattamente alla scadenza del proprio mandato", visto che così, tra l’altro, si evita "il rischio che il ricorso alle vie giudiziarie comporti di pagare il doppio o il triplo ed anche tutti gli interessi".
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