Dopo le reiterate richieste di chiarimento presentate dalle organizzazioni sindacali durante gli incontri con l’unità di missione del Ministero dell’istruzione e del merito per il PNRR il Ministero ha assunto una decisione esplicita sul versamento del 20 per cento sui compensi PNRR dei dirigenti scolastici e lo ha fatto sotto forma di parere reso dalla citata Direzione Generale all’USR Lombardia.
Ecco quanto si legge nel testo della Direzione Generale per le Risorse Umane e Finanziarie: “Differente disciplina si applica ai progetti PNRR, rientranti tra le progettualità previste dall’art. 19 del CCNL Area V dell’11/04/2006 che prevede che, per gli incarichi non obbligatori, approvati dagli organi collegiali, è prevista, rispetto al compenso complessivo, una ritenuta del 20% da trattenere al Fondo regionale, ovvero al Fondo nazionale a valere dal 1°/09/2023 (ex art. 4, comma 2 CCNI 01/08/2023)”. In modo sibillino, si specifica poi che “nonostante vi sia un obbligo per il dirigente di attuare i progetti del piano nazionale di ripresa e resilienza, non vi è – tuttavia – un obbligo di assumere incarichi aggiuntivi”.
Ecco l’opinione di Cisl Scuola, nelle parole di Paola Serafin, segretaria nazionale e coordinatrice DS CISL Scuola: “Strano modo di declinare la nozione di obbligatorietà, tanto richiamata nei mesi precedenti addirittura con minacce di commissariamento, ed ora alla prova dei fatti rivelatasi un concetto assai dubbio e fumoso. Ricordiamo infatti come lo stesso art. 19 del richiamato CCNL preveda che, per ogni altro incarico previsto come obbligatorio dalla normativa vigente, in deroga a quanto stabilito dall’art.24, comma 3, del D.lgs. n.165/2001, “i compensi relativi, in quanto gli incarichi sono di natura obbligatoria e non declinabili, sono integralmente e direttamente percepiti dal dirigente”.
Secondo quanto lasciato intendere nei mesi scorsi, gli incarichi PNRR avrebbero dovuto ricadere in questa tipologia, se effettivamente obbligatori. Ma così evidentemente non è. Che l’intenzione fosse quella di sottrarre il 20 per cento era intuibile anche per il fatto che, nel frattempo, alcuni Uffici Regionali ne avevano esplicitamente richiesto il versamento; peraltro era del tutto inaccettabile l’idea che alcuni dirigenti versassero e altri no, alimentando un fondo che comunque viene ripartito a livello nazionale tra tutti i dirigenti. Tanto era evidente la problematica, che la CISL Scuola ha sollecitato più volte l’approvazione di un apposito emendamento volto a trattare il PNRR alla stregua di quanto avvenuto per i Pon. Anche altre organizzazioni sindacali hanno seguito la stessa strategia, ma inutilmente.
Ora i nodi vengono infine al pettine e dimostrano ancora una volta come sia scarsa l’attenzione verso i dirigenti, mentre manca totalmente un riconoscimento dell’immane impegno assunto dalle scuole e dell’intensità dell’azione compiuta. Non solo non abbiamo sentito parole di apprezzamento e ringraziamento, ma neppure si è voluto risolvere il problema per via legislativa, tanto più che non vi è alcun danno per l’erario, considerato che il 20 per cento ritornerà nel fondo e sarà ripartito tra gli stessi dirigenti”, ha concluso.
La CISL Scuola, deplorando profondamente le modalità utilizzate e il fatto di aver fornito una risposta alle richieste di chiarimento solo a progetti ormai avviati e ad ingaggio avvenuto da parte dei dirigenti scolastici, chiede al Ministro di impegnarsi direttamente per l’introduzione di una modifica normativa, così come ripetutamente proposto dalla CISL Scuola, anché si ponga rimedio a questa indecorosa e inaccettabile vicenda. Nel frattempo, chiediamo che la nota della Direzione Generale sia ritirata.
— aggiornamento —
Dopo qualche ora dalla diffusione di questo comunicato il Ministero ha accolto la richiesta del sindacato. “Bene la decisione di ritirare, come da noi richiesto, la nota della Direzione Generale Risorse Umane e Finanziarie del MIM sui compensi dei dirigenti scolastici per attività legate alla gestione dei progetti PNRR. Una decisione senz’altro opportuna anche per la sua tempestività, ma che non risolve un problema per il quale, come la CISL Scuola sostiene da tempo, è necessario rimuovere ogni possibile ambiguità di interpretazione, intervenendo con una specifica disposizione normativa. Le attività in questione, lo ribadiamo, devono essere considerate alla stessa stregua di quanto avviene per i progetti PON. Pertanto la CISL Scuola rinnova l’invito ad attivarsi in tal senso nelle opportune sedi legislative, un impegno di cui deve sentirsi investito in prima persona il Ministro dell’istruzione e del Merito”, così Paola Serafin.
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