Nel 2012 le Indicazioni nazionali, in premessa, nel definire il “paesaggio educativo … estremamente complesso” attribuivano alla scuola il compito di promuovere non solo l’apprendimento, ma anche “il saper stare al mondo” ed è per assolvere a tale compito che il testo afferma la necessità di “occuparsi anche di altre dimensioni dell’educazione”.
Ma quali sono queste altre dimensioni di cui si deve occupare la scuola?
Le competenze digitali, in una società in cui il sapere trova sempre più spazio nei social e nei motori di ricerca, diventano preminenti nella formazione dei cittadini di domani.
In questa logica non bastano le iniziative volte a promuovere la digitalizzazione nel mondo della scuola, se poi, come afferma il documento sull’analisi delle Indicazioni del 2018, i report nazionali hanno evidenziato come nella scuola vi sia ancora un “perdurare di situazioni di disorientamento e incertezza e di resistenze ad abbandonare modelli didattici tradizionali di tipo prevalentemente trasmissivo”.
Oggi diventa estremamente importante insegnare ai nostri ragazzi come utilizzare in modo critico le informazioni, saper valutare la veridicità delle stesse, essere responsabili nella scelta e nell’uso dei mezzi di comunicazione per non danneggiare sé stessi e gli altri.
I nostri ragazzi che, se pur definiti “nativi digitali”, spesso fanno un uso distorto dei software, ignorando come usare le macchine, come utilizzare i programmi fondamentali, fogli di calcolo, elaboratori di testo, navigare in rete per cercare informazioni in modo consapevole.
Queste sono abilità che vanno insegnate, al fine di rendere la scuola adeguata ai tempi odierni e rispondere in modo efficiente ed efficace ai bisogni di ogni singolo alunno.
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