Il ministero dell’Istruzione, da un lato dice che bisogna investire nella formazione insegnanti di scuola secondaria, dall’altro nel Pnrr non mette disposizione di questi docenti le risorse per la formazione. Questa la contestazione di Manuela Pascarella nell’assemblea del Forum del lavoro precario della FLC CGIL di lunedì 6 dicembre.
Perché, peraltro, la formazione iniziale dovrebbe riguardare solo gli insegnanti di scuola secondaria? Spiega la sindacalista: “Perché nella scuola primaria il percorso di accesso all’insegnamento attualmente vigente è quello della laurea in scienze della formazione. Chi vuole diventare insegnante di scuola primaria o dell’infanzia, quindi, deve seguire il percorso della laurea quinquennale a ciclo unico, con ben 600 ore di tirocinio, laboratori, insegnamento di pedagogia, metodologia didattica ecc.; al contrario, nella scuola secondaria un insegnante diventa tale acquisendo le competenze didattico-pedagogiche attraverso i 24 Cfu, talvolta conseguiti presso università telematiche, online”.
“Quindi – osserva – è chiaro che c’è una debolezza nella formazione pedagogica e didattica di una persona che va a insegnare nella scuola secondaria, c’è una distanza forte rispetto all’impostazione che ha un insegnante di scuola primaria”.
“Ecco perché il Ministero riconosce la necessità della formazione in ingresso degli insegnanti di scuola secondaria, il problema è che poi non ci sono le risorse e ancora una volta i costi verranno scaricati sui precari o sui neolaureati, che non hanno neanche la carta docente”.
E conclude: “La formazione deve essere un diritto e deve essere a carico dello Stato”.
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