Categorie: Didattica

Competenze precoci. Fedeli: il digitale cambierà il mondo

La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, parlando a Bergamo, al convegno “Verso gli Stati Generali della scuola digitale”, ha sostenuto: “Il digitale cambia radicalmente le modalità di apprendere, produrre e consumare: per questo è fondamentale imparare a imparare, apprendere insieme dentro ai cambiamenti”.

Ma anche il recente rapporto Skills Outlook 2017, afferma: “E’ necessario mantenere una forte focalizzazione sulle competenze cognitive, sviluppando allo stesso tempo strategie didattiche innovative, flessibilità nella definizione del curriculum personale e un’educazione all’imprenditorialità ben progettata. Dobbiamo preparare i ragazzi a un futuro che cambia rapidamente. Per questo dobbiamo pensare a scuole diverse, a partire dalle lezioni e dagli ambienti, che sappiano introdurre i ragazzi a delle metodologie più che alle mere conoscenze”.

Tuttavia, sostiene Pierangelo Soldavini su Nova, le rilevazioni indicano come anche i “top performer” italiani siano sotto la media Ocse sia per quanto riguarda lettura e scrittura che per la matematica mentre i lavoratori italiani figurano nelle posizioni di coda anche per quanto riguarda le “task-based skills”, la capacità cioè di adattare e utilizzare competenze specifiche a seconda del lavoro da svolgere. Risultano in effetti penultimi nelle competenze contabili e di marketing, nelle abilità Stem (scienze, tecnologie, engineering e matematica) e nelle capacità di auto-organizzarsi, terzultimi nelle capacità di gestione e comunicazione e quartultimi nelle competenze informatiche.

 

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L’Italia però figura invece nei primi posti per quanto riguarda la disponibilità a imparare, che è un importante punto a favore degli italiani. Da sfruttare fin dalla più tenera età. L’Ocse sottolinea infatti l’importanza, soprattutto per quanto riguarda queste competenze trasversali, di un’istruzione pre-primaria di qualità e finalizzata in modo da fornire a ogni bambino l’opportunità di avviare adeguatamente il suo percorso formativo, che avrà poi bisogno di didattiche innovative e di un deciso sostegno a livello di insegnanti. Per evitare di essere preparati a scuola, ma poi farsi trovare impreparati alle sfide di un futuro ancora da scrivere.

Pasquale Almirante

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