Il 5 febbraio del 1992 fu varata la Legge 91/92, la quale, basata sullo ius sanguinis, secondo gli esperti penalizza oggi oltre 1,5 milioni di potenziali italiani. Contando che sono circa 800mila i nati in Italia che potrebbero usufruire di uno ius soli potenziale, sono quasi altrettanti i ragazzi cresciuti nel nostro paese, che avrebbero il diritto alla cittadinanza, se si fosse negli anni introdotto lo ius culturae.
L’ultima volta in cui ci fu un tentativo di riforma fu nel 2015, quando la Camera approvò a larghissima maggioranza la proposta di legge che introduceva in Italia uno Ius soli temperato, secondo cui chi nasce in Italia poteva avere diritto alla cittadinanza (ius soli, diritto del suolo) e chi vi arrivava entro i 12 anni di età lo ius culturae. Ma il testo non è mai passato per il voto del Senato, restando quindi lettera morta a fine legislatura, nel 2017.
Ci sono attualmente tre disegni di legge fermi alla Camera (a firma Laura Boldrini, Renata Polverini e Matteo Orfini).
Da allora, nulla è cambiato per i figli degli stranieri regolarmente residenti in Italia; inoltre, con i decreti sicurezza del 2018 a firma Matteo Salvini, i tempi per chi richiede la cittadinanza italiana si sono allungati: da due a quattro sono infatti gli anni di attesa, per chi chiede di diventare cittadino italiano per naturalizzazione, con almeno 10 anni di residenza continuativa o per matrimonio.
Il numero dei nuovi cittadini che vivono in Italia è in continua crescita: dagli 286 mila rilevati al Censimento del 2001a 671 mila nel 2011, e oltre 1 milione e mezzo nel 2020. Il dato relativo al numero di acquisizioni annuali di cittadinanza dal 2013 è costante e si attesta intorno alle 100 mila unità, pur tenendo conto dei rallentamenti dovuti alla pandemia. Inoltre, secondo il Centro Studi e Ricerche Idos, nel periodo 2012-2020 le nascite di bambini stranieri in Italia sono state oltre 630 mila.
Secondo i dati diffusi dal Centro Studi e Ricerche Idos e la Rete che promuove la campagna “Dalla parte giusta della storia”, due studenti stranieri su tre nelle scuole italiane (il 65,4 per cento) sono nati in Italia, ma non hanno ancora la cittadinanza. Altro dato rilevante diffuso dal Dossier Statistico è che le acquisizioni di cittadinanza da parte dei figli dei migranti sono diventate ormai quasi pari alle acquisizioni dei discendenti di italiani che vivono all’estero.
La nuova campagna nazionale “Dalla Parte Giusta della Storia”, promossa dalla Rete per la Riforma della Cittadinanza, intende ottenere il riconoscimento di oltre un milione di giovani nati e/o cresciuti in Italia. Il diritto di cittadinanza è una priorità strategica per il futuro del nostro paese e mobilitarsi perché accada è una responsabilità di ognuno di noi, dicono gli animatori della rete, composta da numerose associazioni di cui fanno parte proprio le ultime generazioni. Proprio il 5 febbraio verrà lanciata la campagna challenge #ècambiatoQUASItutto con cui si invitano tutte le persone a postare una propria foto del ’92, anno di introduzione della legge, e raccontare cosa è cambiato da allora.
Per aderire e saperne di più https://dallapartegiustadellastoria.it/contatti/
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