Sempre più spesso si sentono lamentele da parte dei genitori sul carico di compiti – in modi più o meno volgari – e sempre più spesso gli studenti, dalle elementari alle superiori, si lamentano che “non hanno una VITA”, perchè hanno troppo da studiare. E sono appoggiati, in questa affermazione, da genitori, nonni, psicologi, influencer, addirittura docenti (che probabilmente vogliono aumentare i followers sui propri social).
Ma qual è questa VITA che si starebbero perdendo? Probabilmente i ragazzi intendono, con questa parola, poter stare con gli amici, fare sport, andare al cinema, fare shopping, rimanere ore sul divano a guardare lo smartphone, registrare qualche scemenza per i propri followers, guardare qualche scemenza di qualche influencer, stare con la famiglia, fare vacanze, seguire i propri hobbies. Alcune di queste cose sono benefiche e costruttive, altre sono inutili se non dannose, ma hanno tutte un punto in comune: richiedono benessere, richiedono un conto in banca.
Questa VITA, che i cattivi insegnanti privano obbligando a studiare, non ci sarebbe in una società povera, non produttiva. Niente smartphone, niente vacanze, niente negozi stracolmi di oggetti da comprare, niente palestre… Niente di tutto questo ci sarebbe in una società di persone ignoranti, perchè l’ignoranza va sempre a braccetto con la miseria.
Tutti questi genitori, nonni, psicologi e influencer sembrano essersi dimenticati, o ignorare, da dove veniamo: millenni di vita faticosa, in cui la VITA consisteva nel svegliarsi prestissimo, lavorare tantissimo, andare a dormire appena si poteva e morire giovani. Non esisteva né infanzia piena di giochi né adolescenza piena di svaghi, si andava subito a lavorare per poter mangiare qualcosa. Questa è la VITA che ancora molti fanno in tante parti del mondo, l’unica cosa che ci ha elevato a una vita più comoda e più lunga è stata l’ISTRUZIONE. Sì cari genitori scocciati di dover far fare i compiti ai vostri figli, è grazie all’istruzione che i vostri figli possono avere una VITA, come la intendete voi, piena di hobbies, di vacanze, ma anche di prospettiva, di sogni per il futuro, di diritti.
Una volta si spiegava ai bambini che il dovere di mamma e papà era andare a lavorare, mentre il dovere dei bimbi era impegnarsi a scuola. Oggi insegnate solo che hanno diritti, e mai che hanno anche doveri.
Se i ragazzi non imparano nulla, si tornerà inevitabilmente indietro, non ci saranno architetti in grado di progettare case che stiano su, non ci saranno medici che sappiano curare e quindi permettere di arrivare alla vecchiaia… E già in parte sta avvenendo, ci sono giovani avvocati che non conoscono l’italiano, ci sono giovani impiegati che non sanno usare il computer, ci sono giovani cassiere che non sanno fare le addizioni, e giovani muratori che non sanno impilare i mattoni nel modo corretto…
Tutti quelli che dicono che i compiti causano STRESS, vorrei sapere cosa ne penserebbero di ragazzi, bambini, obbligati ad alzarsi alle 4 per spalare il letame dalla stalla, passare la giornata a portare acqua nell’orto, il livello di stress sarebbe accettabile per questi signori?
Non è forse meglio istruirsi, elevarsi, e mantenere i diritti faticosamente raggiunti da chi ci ha preceduto? Persone che studiavano lavorando, per dare alle generazioni successive il tenore di vita che oggi, da ingrati e ignoranti, date per scontato.
Non dico che non ci siano insegnanti che esagerano nella mole di compiti – ci sono sempre stati – ma questo atteggiamento dei ragazzi, convinti di aver diritto, a 10, 12, 15 anni, ad avere una VITA, come se studiare e prepararsi per il futuro non lo fosse, è profondamente sbagliato. E supportato da genitori che non hanno più idea di quale sia il loro ruolo.
Sara Alonzi