Il nostro articolo sui compiti delle vacanze non ha fatto altro che fomentare il dibattito in merito. Il portale Skuola.net ha raccolto alcune testimonianze in merito ad alcune idee di docenti creativi, che hanno assegnato ai loro alunni compiti “atipici”.
Ce n’è davvero per tutti i gusti. Dal prof di latino che chiede di “scrivere una storiella di proprio gradimento nella lingua classica” a quello di arte che ha assegnato la realizzazione di “un video simile ad un TikTok” per presentare un’opera vista durante le vacanze. Sono molti pure gli insegnanti che hanno proposto di “raccontare” le proprie ferie attraverso una galleria fotografica oppure attraverso un diario scritto dove annotare i luoghi visitati.
Molto interessante è l’iniziativa di un docente di scienze che ha assegnato per le vacanze la messa a punto di un gioco da tavolo (con tanto di premio in palio): “Il prof – ha riportato uno dei suoi alunni – ci ha dato un cubo e delle pedine da ritagliare e costruire, da utilizzare poi per inventare un gioco da tavolo. Le pedine e il cubo servono per la base del gioco: all’inizio del nuovo anno scolastico il più bello vincerà qualcosa”.
“La prof di italiano – ha raccontato una ragazza – ci ha assegnato il compito di scrivere una storia attorno alla ricetta del nostro piatto preferito”.
Un’altra insegnante, invece, ha suggerito di “ascoltare una conversazione tra altre persone e poi di scriverci su un testo”. Un’altra ancora ha chiesto di “scrivere tutto il testo della nostra canzone preferita”. Non mancano poi i docenti che invece di assegnare libri da leggere consigliano invece lunghe (e speriamo piacevoli) liste di film da vedere almeno una volta nella vita.
Ma di questi tempi non può mancare un sano “digital detox”, come quello quasi imposto da un docente che ha invitato i suoi alunni a “stare una settimana senza telefono, per poi raccontare in classe le sensazioni provate e le cose fatte per riempire il vuoto”.
Degna di nota è poi la prof di inglese che ha unito l’educazione civica all’insegnamento della lingua chiedendo ai suoi studenti di “creare un barattolo in cui inserire all’interno scritti su dei biglietti tutti i nostri atti di gentilezza (acts of kindness) che avremmo fatto durante l’estate”.
C’è poi chi naviga controcorrente scegliendo di non assegnare proprio alcun lavoro per le vacanze. È di questa opinione, ad esempio, il prof influencer Sandro Marenco: “Io i compiti non li assegno perché ‘vacanza’ arriva dal latino ‘vacans’ che significa essere liberi. Nel mio cuore spero che il bel tempo e le occasioni di feste, sagre, aperitivi facciano venire voglia ai miei studenti di uscire dalle loro camerette e di tenere vivo il cervello vivendo esperienze reali e non virtuali. Preferisco immaginarmi i miei ragazzi a divertirsi tra di loro, a chiacchierare in riva al mare la sera piuttosto che saperli sul mio libro a studiare le ‘if clauses’”.
Ma Marenco, consapevole che qualcosa vada comunque fatta per non perdere l’allenamento allo studio, ha anche dei suggerimenti pratici per non subire il trauma da rientro a scuola. “A livello didattico – spiega il prof influencer – io dedico sempre le prime due settimane di lezione a un ripasso veloce e generale di quanto fatto l’anno precedente. In questo modo sono sicuro che lo facciano tutti e che siano freschi per affrontare gli argomenti nuovi. Negli anni ho visto che funziona”.
Non manca, però, l’altro lato della medaglia. Quello che mostra come ci siano dei docenti che continuano a chiedere tanto, forse troppo, ai loro studenti. Con veri e propri compiti “da incubo”. Giusto per citare alcuni esempi, è indicativa la situazione riportata da un ragazzo che si è lamentato per l’assegnazione di esercizi tratti da argomenti trattati solo in modo superficiale, o addirittura mai affrontati, in classe.
Lo stesso alunno, come se non bastasse, ha poi aggiunto poi che “questi compiti saranno valutati all’inizio dell’anno prossimo e, stando alle valutazioni avute quest’anno, non si prospetta niente di positivo per tutta la classe. E parliamo di circa 8 valutazioni e solo sui compiti di italiano e storia”. Ma non è finita: lui e la sua classe avranno anche da “leggere ben 6 libri, scelti dal docente, per un totale di circa 2mila pagine a testa”.
Questo studente e i suoi compagni, però, perlomeno sanno “di che morte morire”. Perché c’è pure qualcun’altro che, invece, sta ancora aspettando cenni di vita da parte del proprio insegnante. Come lo studente che ha segnalato come stia “ancora in attesa dei compiti delle vacanze di tedesco. Ad oggi, dopo quasi due mesi di pausa, risultano non pervenuti”.
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