Sollevo un tema “minimalista” o marginale, da genitore ed insegnante assieme. Mi chiedo se le maestre ed i maestri che caricano gli alunni di compiti per casa, prevalentemente noiosi e poco stimolanti, si rendono conto che si tratta di un esercizio controproducente, che rischia di infondere un senso di disamore verso lo studio, la lettura, il sapere? Queste sono le questioni vive e concrete, solo apparentemente secondarie, di cui servirebbe occuparsi per realizzare un’autentica “buona scuola”.
Non i disegni scellerati di aziendalizzazione e fascistizzazione del mondo dell’istruzione.
Obiettivi perseguiti da chi di scuola ed educazione non capisce un bel nulla e se ne frega altamente della formazione culturale delle giovani generazioni, avendo a cuore soltanto il proprio tornaconto.
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