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Compiti per casa, un ex alunno tedesco: “Da noi non li danno, è come se si affidasse ai genitori il ruolo che spetta ai docenti”

Oggi abbiamo riportato lo sfogo di uno studente che ha scritto al quotidiano La Repubblica per sfogarsi in merito all’enorme, a detta sua, quantità di compiti per le vacanze estive a lui assegnati. La lettera ha scatenato un dibattito importante relativo, in generale, ai compiti per casa.

“Le vacanze sono vacanze”

A dire la sua, sempre a La Repubblica, un architetto tedesco che vive a Torino. Quest’ultimo ha spiegato che nelle scuole tedesche i compiti per le vacanze, semplicemente, non hanno così tanta importanza. “Le vacanze sono vacanze, niente compiti. Io non li avevo né in Germania, dove ho fatto la maggior parte degli studi, né in Belgio dove ho vissuto qualche anno”.

“Le scuole tedesche preparano bene, eppure danno molti meno compiti e dedicano più spazio al tempo libero che è altrettanto importante. Non solo durante le vacanze estive, ma durante tutto l’anno. Da noi non si usa dare i compiti a casa, è come se la scuola affidasse ai genitori un ruolo di controllo e di aiuto che invece secondo me è dovuto interamente agli insegnanti”, ha aggiunto.

Vacanze estive, sono troppe in Italia?

E le vacanze estive quanto durano? Ecco la sua testimonianza: “Durano solo sei settimane, tra luglio e agosto, a seconda dei Länder. Però il ritmo dell’anno, come in Francia, Belgio, Olanda, è diverso rispetto alla scuola italiana. Ci sono più pause di una o due settimane nel corso dell’anno: in autunno, a Natale, a carnevale, a Pasqua addirittura tre settimane e poi ancora alla Pentecoste. E alla fine, i giorni di scuola sono più o meno gli stessi. Da noi c’è il tempo della scuola e quello delle vacanze, quando c’è da lavorare e da studiare si studia, ma poi basta”.

Inizio scuola a ottobre per troppo caldo?

Anche quest’anno, se ne parlava già nel 2023, in molti sono sul piede di guerra in merito alla data di rientro scuola dalle vacanze estive. La posizione del Cnndu, Coordinamento Nazionale Diritti Umani, condivisa negli scorsi giorni anche dal sindacato Anief, è chiara: c’è troppo caldo, meglio iniziare le attività didattiche a ottobre e non a settembre come prevede il calendario scolastico.

Come riportato da AnsaMarcello Pacifico, presidente dell’Anief, ha dichiarato che con le alte temperature è irragionevole iniziare le lezioni entro metà settembre e propone di posticiparle ad ottobre. Sostiene che, in linea con le mutate condizioni climatiche, anche i cicli produttivi e la pubblica amministrazione dovrebbero adeguarsi.

Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani ha contattato i principali rappresentanti del settore pediatrico e pedagogico, chiedendo un parere scientifico sull’opportunità di ritardare l’avvio dell’anno scolastico 2024/2025. In precedenza, il Coordinamento aveva già suggerito al ministro Valditara e alle Regioni di considerare questa opzione per evitare rischi di malori tra gli studenti più vulnerabili e gli insegnanti, spesso di età avanzata.

Redazione

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