Ogni anno, a dicembre, torna il dibattito sui compiti per le vacanze natalizie. Dare o non dare compiti? E se sì, quali? Molti addetti ai lavori, ma anche pedagogisti, psicologi e sociologi, offrono consigli su come conciliare studio e riposo. Diversi esperti del mondo della scuola e della formazione hanno espresso il proprio punto di vista al riguardo, sottolineando quanto sia importante non appesantire gli studenti durante il periodo di pausa legato al Natale e alle festività di fine anno.
Valentina Petri, docente e scrittrice, suggerisce un approccio equilibrato: le vacanze devono servire a rigenerarsi, ma anche a dedicarsi ad attività più lente e significative, come leggere un buon libro, guardare film o ascoltare podcast. “Non paginate di esercizi – spiega – ma consigli utili per sfruttare il tempo lontano dalla scuola”.
Il pedagogista Daniele Novara propone invece “compiti di realtà”: visite a musei, dialoghi in famiglia o esperienze condivise, per rendere il periodo più stimolante e meno scolastico.
Enrico Galiano invita a riscoprire l’“otium” degli antichi, inteso come tempo dedicato alla creatività e alla riflessione. “Le vacanze devono rigenerare, rispettando il vuoto che serve a ricaricarsi”.
Sulla stessa linea Vincenzo Schettini, che vede il Natale come una pausa breve per riposare e “riordinare le idee” in autonomia, mentre Suor Anna Monia Alfieri, esperta in politiche scolastiche, suggerisce un equilibrio: pochi compiti per ripassare e non disperdere quanto appreso: “Il tempo in famiglia è fondamentale, e anche la scuola deve valorizzarlo”.
La Tecnica della Scuola ha deciso quindi di chiedere ai propri lettori, attraverso un sondaggio, se siano d’accordo o meno nel seguire questa “scia” proposta dagli esperti.
All’interno del sondaggio si troveranno le seguenti domande:
Qual è il tuo ruolo?
In quale luogo ti trovi attualmente?
Compiti per le vacanze, per gli esperti di scuola i docenti non dovrebbero assegnarli, sei d’accordo?
Aggiungi una tua opinione al riguardo (facoltativo)
[…]
Gli ultimi dati nazionali ci dicono che i liceali italiani studiano più dei loro coetanei europei. E non solo a scuola, dove passano sui banchi 27,2 ore a settimana, secondi solo ai colleghi tedeschi; ma anche a casa, dove trascorrono sui libri 2,3 ore al giorno. Lo sostiene il Censis, che però afferma pure che non sempre questo tempo dedicato all’approfondimento si traduce in apprendimento.
Secondo l’indagine del Censis il 63,7% dei dirigenti scolastici è in realtà convinta dell’importanza degli assegnare i compiti per casa. Buona parte di loro (il 67,5%) ritiene che ci sarebbe bisogno di una regolamentazione specifica, al di là delle circolari risalenti agli anni ’60. Quasi all’unanimità i presidi rispondono che è fondamentale che ogni docente si ritagli del tempo in classe per migliorare il metodo con cui gli studenti svolgono i compiti.
Altra nota: per metà, spesso i docenti si limitano a verificare lo svolgimento degli esercizi, senza correggerli, o fanno troppo affidamento sul fatto che accanto agli studenti ci siano dei genitori pronti, disponibili e preparati ad aiutarli.
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