“Non ho mai detto di non dare i compiti delle vacanze”, ma solo di diminuire il carico per permettere ai nostri studenti di dedicarsi anche ad altre attività: la puntualizzazione è del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, durante un suo intervento a Zapping, andato in onda su Rai Radio1 il 17 dicembre.
“Ho chiesto al corpo docente di riflettere sul carico dei compiti delle vacanze, in modo da permettere ai ragazzi di svolgere altri tipi di attività: stare con le famiglie, leggere un libro, fare una passeggiata”, ha tenuto a puntualizzare il titolare del Miur.
La sottolineatura vuole essere, probabilmente, anche una risposta a chi ha criticato l’invito del ministro dell’Istruzione ai docenti italiani, partito nei giorni scorsi, ad “un momento di riposo degli studenti e delle famiglie affinché vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie”.
Sempre Bussetti aveva detto che “che ci sarà una circolare per la diminuzione dei compiti durante le vacanze, compiti che gravano sugli impegni delle famiglie e quindi vorrei dare un segnale. Penso a questi giorni di festività e ai ragazzi e alle famiglie che vogliono trascorrerle insieme”.
La polemica si era riaccesa nel corso della giornata, dopo che il vicepremier Matteo Salvini si era schierato con lo stesso Bussetti: “Da genitore – ha detto leader leghista nel corso di una videochat su Skuola.net- sono d’accordo” con l’invito del ministro dell’Istruzione a dare meno compiti per le vacanze: “più ne dai, con meno voglia li fanno”.
Salvini ha poi aggiunto: “io vedo che se a mio figlio gli dai sei libri da leggere, dice ‘che palle’. Mentre se glie ne dai due lo fa”.
Resta ora da capire se nelle prossime ore arriverà la circolare annunciata dal ministro dell’Istruzione “per la diminuzione dei compiti durante le vacanze, compiti che gravano sugli impegni delle famiglie e quindi vorrei dare un segnale”.
Il tempo rimasto a disposizione è davvero poco, visto che tra pochi giorni ci sarà il “rompete le righe” proprio per le festività di Natale: se non dovesse arrivare, è probabile che sul ripensamento abbiano inciso le tante reazioni avverse prodotte da diversi addetti ai lavori e anche più di un sindacato, che hanno inteso le dichiarazioni del titolare del Miur come una vera e propria invasione di campo, con tanto di messaggio favorevole al disimpegno, su un “terreno” di carattere puramente didattico, quindi a pieno appannaggio degli insegnanti.
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