“L’estate è un periodo di relax e tranquillità in cui il ragazzo non deve stare rinchiuso in casa a studiare, ma deve dare spazio alla sua fantasia, uscendo all’aria aperta e incontrandosi con gli amici”. Per gli studenti, continua l’esperto: “può essere sufficiente accendere Internet e ricercare le informazioni che più interessano: social network, forum, chat e blog sono infatti i nuovi strumenti per tenere il cervello attivo. Oggi, grazie agli smartphone, i ragazzi hanno tutte le informazioni a portata di mano. I genitori dovrebbero infatti abituare i loro figli a cercare su Internet la storia di un monumento, la vita di un personaggio che dà il nome ad una via o la storia del luogo in cui si va in vacanza. Un modo attuale e divertente per attualizzare la ricerca e, ripeto, per tenere la mente allenata”.
Nel “mirino” del pediatra soprattutto quelle mamme e quei papà che chiedono ai professori di assegnare al proprio figlio un pacchetto assortito di esercizi e compiti: “I genitori sbagliano perché indirettamente richiedono i compiti estivi per avere più tempo per loro e si affrettano a farli terminare al ragazzo, subito dopo conclusa la scuola. Invece il periodo che va da giugno a settembre dovrebbe essere assolutamente di riposo per i ragazzi, per poi fargli riaprire i libri prima dell’inizio della scuola, per aiutare così anche l’insegnante a non dover fare il ripasso dell’anno precedente e ad avere una classe in forma per l’anno seguente”.
“I compiti per le vacanze sono uno stress anche per le alte temperature della stagione. Si accumulano quindi lo stress del caldo e dello studio, portando il ragazzo a non staccarsi mai dal contatto con la scuola e a diventare nervoso. L’estate deve avere come obiettivo quello di aggregarsi con gli amici, liberare la fantasia e stare all’aria aperta”, così da arrivare più in forma all’inizio dell’anno scolastico
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