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Compiti per le vacanze, quasi la metà degli alunni non li fa

I compiti non fanno rima con vacanze. C’è sempre tempo per farli, magari a settembre. A scuola iniziata. A pensarla in questo modo è quasi uno studente su due. Che non ha problemi a dichiarare, più o meno apertamente, di non avere alcuna intenzione di occupare il tempo estivo a leggere libri, risolvere problemi, né tantomeno a scrivere temi o relazioni.
L’alta percentuale di studenti “ribelli” è stata messa in evidenza qualche giorno fa da una ricerca dell’Università Milano-Bicocca. E ora il sito studentesco Skuola.net conferma tutto. Con l’aggravante che a dar man forte agli allievi indolenti sono i loro genitori.
Secondo i dati raccolti, l’86% dei genitori considera inutile e fastidioso obbligare i propri figli a studiare in estate. Per la precisione sono circa il 46% gli studenti di medie e superiori che non hanno intenzione di cimentarsi con lo studio estivo assegnato dai docenti, a costo di trovarsi con brutti voti all’inizio dell’anno. Come si regoleranno invece gli altri? Solo uno su dieci ha iniziato seriamente a lavorare sui compiti estivi per terminarli subito e poi godersi le vacanze per davvero, mentre uno su tre ha già iniziato ma con l’obiettivo di completare l’opera un passo alla volta al termine dell’estate.
Non mancano quelli, circa il 12%, che si rifugeranno nella formula last minute. A confermarlo è Daniele Grassucci, responsabile delle relazioni esterne del portale Skuola.net: “anche lo scorso anno abbiamo registrato una situazione simile – commenta – all’inizio dell’estate la metà degli studenti dichiarava di non essere intenzionato a svolgere i compiti per le vacanze. Tuttavia man mano che si avvicinava l’inizio dell’anno, la percentuale di dissidenti si era ridotta al 20%”. Basteranno pochi giorni, però, per fare quello che non si è fatto in tre mesi?
Alessandro Giuliani

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