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Compiti per le vacanze sì o no? Alcuni docenti: “meglio quelli esperienziali, non trasformiamo casa in un centro scolastico”

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Finite le lezioni, finite le feste di arrivederci tra alunni e docenti, finiti gli scrutini, ecco che arriva puntuale come ogni anno il debate sulla faccenda dei compiti per le vacanze estive.

Compiti sì o compiti no? A dare il suo punto di vista è il pedagogista Daniele Novara che su Repubblica afferma: “Bisogna creare momenti che rafforzano la formazione degli alunni senza trasformare la casa in un centro scolastico. Far passare l’estate ai figli nella logica della ripetizione scolastica, riproducendo le attività dell’aula, è un tedio inutile e demenziale. Importanti sono invece esperienze di apprendimento nella natura, musicali, linguistiche, di volontariato e di lettura libera. I bambini e gli adolescenti hanno diritto a ben altro che a eserciziari e manuali di compiti per le vacanze buoni ad accendere le grigliate. L’apprendimento è applicazione, non memoria”.

Alla voce del pedagogista se ne aggiungo altre di docenti. Marco De Carolis, docente al liceo Marconi di Pesaro dichiara: “Penso che i compiti estivi in una scuola che vive la sfida del cambiamento debbano essere sempre più esperienziali. Un viaggio, un incontro o un festival. Ovviamente questo è il punto di partenza per poi sperimentare il gusto di una lettura. Ma non possiamo prescindere da esperienza e vissuto perché questa generazione ha bisogno di ponti che permettano l’approdo alla cultura e non di imposizioni”.

Ma non tutti sono sulla stessa scia, come la professoressa di latino e greco al liceo Foscolo di Pavia, Ilaria Rizzini, che insiste: “Io do le versioni e gli esercizi sui verbi, eccome. Ritengo sia utile consolidare le conoscenze attraverso un esercizio lento e meditato. Già a inizio scuola c’è una forma di ottundimento tanto che per carburare ci vuole tempo, inoltre non mi pare questa una generazione che legge, piuttosto che divora tutto all’istante. Tanto che la novità e il vero compito di realtà sarebbe portarli a prevedere del tempo per fare cose con la testa e per riflettere”.

Ad aggiungersi al coro dei favorevoli è anche la maestra alla primaria Marella di Bologna, Silvia Rimondi, che commenta: “Sono tra quei docenti che non amano dare montagne di compiti durante l’anno. Ma i compiti per le vacanze estive invece riguardano un periodo di sospensione lungo e il rischio è di perdere l’attitudine allo studio, oltre che alcune nozioni di base. Ritengo giusto darli, consigliando un libro che funzioni come ripasso, con l’indicazione di prenderlo in mano non prima del 20 agosto”.