I lettori ci scrivono

Con il bonus va premiato il docente che sta in classe

Per l’attribuzione del bonus per il merito dei docenti i Dirigenti scolastici dovrebbero tenere conto soltanto di due parametri importantissimi: il lavoro che il docente svolge essenzialmente in classe a contatto diretto con gli alunni che gli permette di creare un bel rapporto empatico e far appassionare i suoi studenti alla disciplina che insegna e le qualità culturali e professionali del docente.

Il bonus non deve essere attribuito all’insegnante che durante l’anno scolastico ha svolto una miriade di progetti e ha curato molto poco la didattica d’aula. Il docente bravo e preparato non è affatto colui il quale presenta ad inizio d’anno scolastico un elenco infinito di progetti di tutte le specie e le marche pur di stare un tempo limitato in classe a contatto con gli alunni.

Certo effettuare una lezione, spiegare, interrogare, sottoporre verifiche scritte e poi correggerle è faticoso e richiede un impegno gravoso di tempo e di sforzo mentale.

Ecco perché molti docenti “storcono” il naso quando devono fare quattro ore di lezione in classi molto numerose e allora preferiscono intrufolarsi in mille tipologie di progetti oppure altri incarichi collaterali alla funzione docente.

Non è la miriade di incarichi e progetti ad essere valutati dal Dirigente Scolastico, ma il docente che lavora in classe con gli alunni svolgendo durante l’anno scolastico la sua progettazione curriculare e alla fine della carriera scolastica del docente trarre il risultato finale delle conoscenze e competenze che gli alunni sono riusciti a conseguire.

Mario Bocola

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