È di oltre tre mesi il ritardo nel percorso di apprendimento dei bambini dovuto alla pandemia e alla chiusura, anche alternata, delle scuole e l’adozione forzata della didattica a distanza. La Dad obbligata, quindi, ha fatto perdere un terzo dell’anno scolastico. Come dimostrato anche dai risultati delle prove Invalsi, a metà del 2022 molti studenti non avevano ancora recuperato il gap formativo. A rilevarlo è uno studio coordinato dall’Università Sciences Po di Parigi e pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour.
“La pandemia da CovId-19 – hanno accertato i ricercatori – ha portato a una delle più grandi interruzioni dell’apprendimento nella storia. Ciò è dovuto in larga misura alla chiusura delle scuole, che si stima abbia colpito il 95% della popolazione studentesca mondiale”.
Inoltre, è stato appurato che “anche quando è ripreso l’insegnamento in presenza, l’istruzione è stata spesso compromessa dall’insegnamento ibrido e da bambini o insegnanti che hanno dovuto sottoporsi alla quarantena e perdere le lezioni”.
“La persistenza di deficit di apprendimento a due anni e mezzo dall’inizio della pandemia evidenzia la necessità – hanno concluso i ricercatori – di iniziative politiche ben progettate, dotate di risorse adeguate e decise per recuperarli”.
I ricercatori hanno cercato di quantificare le conseguenze della pandemia sull’apprendimento analizzando congiuntamente 42 studi condotti in 15 Paesi (compresa l’Italia).
Lo studio ha preso in considerazione bambini e ragazzi delle prime nove classi del percorso di istruzione: l team ha scoperto che i progressi nell’apprendimento sono stati rallentati durante la pandemia e che i deficit nell’apprendimento sono persistiti almeno fino alla metà del 2022.
I deficit sono stati più intensi nei primi mesi della pandemia, ma sono perdurati per i due anni successivi.
È stato anche accertato che le lacune più frequenti si sono registrare in matematica, ma anche nella lettura: la matematica, del resto, è risultata la bestia nera degli studenti anche dopo le ultime prove Invalsi.
E hanno interessato tutti gli anni scolastici, trovando terreno fertile nei bambini provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati.
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