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Con il dimensionamento scolastico e l’autonomia differenziata la scuola pubblica va a rotoli

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Solo ora, quando è stata approvata la legge di bilancio 2023,i sindacati si accorgono che con il dimensionamento scolastico si riduce l’organico di insegnanti e personale ATA, sebbene nel “milleproroghe” si consenta alle regioni di derogare del 2,5% ai tagli delle scuole.

Il decreto n. 127 del 30 giugno 2023 prevedeva già i nuovi criteri per avere un’autonomia scolastica, cioè si passa da 600 alunni ad oltre 900 alunni. Questo si fa – si dice – per adeguarsi al calo delle nascite; oppure perché lo vuole l’Europa, ma non sempre ciò che vuole l’Europa è giusto e va contrastato.

Scuole che diventeranno istituti mastodontici con più plessi da dirigere perdono identità e diventano ingovernabili. A nulla vale che un docente di ogni plesso venga esonerato con funzioni vicarie, come afferma il ministro Valditara.

Il docente vicario potrà al massimo sostituire il dirigente scolastico in alcune funzioni, ma rimane in capo a quest’ultimo la responsabilità sull’amministrazione e sulla sicurezza che – ahimé – con i tagli che si prevedono, sarà sempre più precaria.

L’ingovernabilità rimane soprattutto sul piano amministrativo-contabile. Le scuole dimensionate, oltre ad avere dirigenti scolastici in meno, avranno, infatti, un solo DSGA che si dovrà occupare dei conti e dei provvedimenti amministrativi di più scuole. Folle poi la proposta di dare la reggenza, mentre la si elimina per i DS, ai DSGA nelle scuole che non lo hanno.

Si presuppone che sotto al DSGA vi sia una squadra di amministrativi competenti. Invece, salvo la pace di qualcuno, il vulnus sta proprio nella forma di reclutamento degli assistenti amministrativi: diventano di ruolo non per concorso, ma dopo vari anni di supplenze o incarichi svolti con merito o demerito, senza comunque che abbiano le adeguate competenze. Ultimamente si pretende che abbiano almeno una certificazione informatica, che cioè sappiano usare il computer!

Poi vi sono adempimenti burocratici che aggravano l’ingovernabilità amministrativa delle scuole, dai complessi progetti del PNRR all’immissione dei dati sulle pensioni e sulla ricostruzione di carriera, che prima erano funzione svolte da altri enti, al recente obbligo di tutti gli acquisti sul MEPA anche per la carta igienica. Mi sa che chi legifera sulla scuola non la conosce. ma forse il disegno principale è di distruggere la scuola pubblica nella sua ancora conservata qualità, nonostante tutto, per dare spazio alle scuole private.

E il colpo di grazia lo darà l’autonomia differenziata, spezzando l’unità della Nazione e regalandoci tante scuole diverse regionali, forse anche con stipendi differenziati per i docenti.

Eugenio Tipaldi

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