Nonostante la loro finalità, sarebbe mancata da parte del Governo, maggiore attenzione nei confronti degli Istituti tecnici superiori e infatti nel Dl Cura Italia non si trovano interventi a loro favore.
Anna Ascani
Il Sole 24 Ore insiste spesso su questa specifica formazione terziaria professionalizzante che è alternativa all’università e che continua a sfornare numeri importanti anticipati dalla viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani: “il monitoraggio 2020, condotto assieme a Indire, evidenzia un altro piccolo balzo in avanti del tasso di occupazione dei diplomati Its che raggiunge l’83% a un anno dal diploma, e nel 92% dei casi si tratta di un impiego coerente con il percorso di studio svolto in aula e “on the job”.
«Siamo di fronte a un’eccellenza del Paese – commenta Ascani al Sole 24 Ore-. Il successo degli Its è rappresentato da una didattica flessibile, coerente con le esigenze del sistema produttivo e con le specificità dei territori. Il 70% della docenza proviene dal mondo imprenditoriale e le attività di stage e tirocinio rappresentano il 43% del percorso di studi». Il restante 57% di lezioni si svolge per il 26% in laboratori di impresa e di ricerca e nei laboratori 4.0 degli Its, divenuti un vero fiore all’occhiello, legati a Industria 4.0. Basti pensare che il 52% dei percorsi monitorati utilizza tecnologie abilitanti 4.0.
Aumenta il numero degli iscritti
E infatti, gli iscritti oggi toccano oltre 16mila ragazzi, suddivisi in 104 fondazioni Its, considerato pure che le imprese avranno bisogno ancora di 20mila diplomati Its ogni anno.
«Il governo sostiene gli Its – dichiara la viceministra Ascani -. Intendiamo farli crescere migliorando aspetti relativi alla governance e alla strutturazione e stanziando risorse adeguate».