Con questa applicazione si potrà dunque, riferisce l’agenzia Ansa, conversare via telefono, via internet o semplicemente faccia a faccia, nella propria lingua materna e ascoltare, senza dover ricorrere ad un interprete, la risposta dell’interlocutore.
E lo stesso potrà fare quest’ultimo. Il sistema permette già ora di esprimersi in inglese, francese, spagnolo, italiano, portoghese, tedesco, russo e mandarino, ma ben presto lo si potrà fare anche in giapponese, arabo, coreano ed ebraico. E in vista ci sono altri idiomi, inclusi ulteriori dialetti cinesi. Usare Lexifone, ha spiegato il direttore del marketing dell’azienda ”è come lavorare con un traduttore, ma molto più economico. La nostra macchina interagisce con l’utente, ascoltando ciò che dice e traducendo per chi ascolta. Il sistema è estremamente accurato e la macchina è dotata di altoparlanti davanti e dietro in modo che sia capito ciò che viene detto”.
Addirittura questa tecnologia può distinguere tra varianti come l’americano, il britannico e l’australiano per restare all’inglese, e anche accenti regionali. Il sistema è basato su una ricognizione vocale accresciuta con un meccanismo di traduzione. La capacità di parlare ai computer ed essere compresi da essi è nota da anni, ma Lexifone mette a disposizione un sistema di traduzione unico, chiamato in inglese “computational linguistics” che prende le frasi usate da chi parla e subito le traduce in un’altra lingua. Traduzione che non è solo letterale bensì anche culturale.
”Abbiamo un comitato che valuta frasi e idiomi nelle diverse lingue e decide quale è la migliore corresponsione” da proporre.
Lexifone è già usato da centinaia di aziende piccole e grandi che offrono servizi di traduzione per utenti, clienti o impiegati che vivono in Paesi nei quali hanno meno familiarità con la lingua del posto.