I lettori ci scrivono

Con la DaD si potenzia la politica degli acronimi

Con la DAD è diventata ormai una consuetudine quella di utilizzare nel mondo della scuola tanti acronimi (PON, RAV, PTOF, PAI, PEI, PIA), tanto che gli stessi addetti ai lavori, composto per la maggior parte da personale della scuola, è disorientato e fa confusione.

Questo genera un certo disamore verso la scuola soprattutto per il docente prossimo alla pensione, che era abituato a svolgere la sua tradizionale ora di lezione con la passione e l’ardore che lo caratterizzavano, trasmettendo agli alunni quelle conoscenze che si trasformavano in competenze REALI spendibili nel mondo del lavoro. E gli alunni uscivano dal ciclo scolastico veramente preparati. Non vi erano POF, PTOF da elaborare, non vi erano UDA e progettazioni varie: vi era solo la programmazione annuale con gli argomenti da svolgere durante l’intero anno scolastico.

Ora, invece, nell’era degli acronimi e digitale i docenti sono sottoposti ad un lavoro supplementare non indifferente da svolgere fuori dall’orario scolastico, per dedicare il loro tempo a redigere una montagna di scartoffie che si nascondono dietro questi acronimi. Si tratta, per la verità, di tante scartoffie che, a volte, disorientano il docente facendogli perdere la bussola dell’orientamento perché sono veramente tanti i quesiti posti dietro questi acronimi. L’avvento degli acronimi ha, dunque, imprigionato i docenti e i dirigenti a dedicarsi in attività che esulano dalla loro naturale vocazione e che si rilevano del tutto fuorvianti ed inutili.

I Dirigenti sono diventati dei veri e propri burocrati al servizio dello Stato, meri esecutori delle direttive emanate dal MIUR e i docenti altrettanto, tanto che l’ora di lezione sta diventando quasi un’optional: basta che si fanno progetti, progetti, progetti. Con l’autonomia la scuola ha perso la sua vocazione, in quanto tutto ciò he ora si fa serve a produrre business e dietro questi acronimi si nasconde proprio il business. Purtroppo bisogna dire che è tramontata per sempre la vera scuola, quella che preparava (nel vero senso della parola) i ragazzi a diventare protagonisti del mondo, imbevuti come erano di sete di sapere e di cultura vera.

Ora, invece, è tutto vacuo, vuoto, insignificante e i ragazzi escono dal circuito scolastico frastornati, storditi, senza cultura e girano per il mondo come degli automi perché sembra che per la prima volta hanno visto il mondo. Viva la scuola degli acronimi!

Mario Bocola

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Il 2025 sarà l’anno record di spese militari, mentre caleranno per Scuola, Ricerca e Sanità: petizione Avs per fermare nuovi carri armati e missili

"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…

23/12/2024

Compiti casa, sì, no, dipende

I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…

22/12/2024

Il Sicilia Express funziona. A casa tanti prof e studenti dalle brume del nord in treno

È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…

22/12/2024

Concorso ordinario Pnrr 2024, non vengono valutati i titoli informatici e le certificazioni linguistiche inferiori quelle di livello C1

Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…

22/12/2024

Concorso docenti 2024, costituzione delle commissioni giudicatrici, presentazione della domanda

Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…

22/12/2024

Docenti supplenti, ecco quando ai precari spetta la continuità del contratto per il periodo di vacanza e sospensione dell’attività didattica

Una docente precaria con un contratto a tempo determinato da parte del dirigente scolastico fino…

22/12/2024