Ricompattate le destre dopo lunghe trattative sulla scelta del premier, che verrebbe scelto dal partito che prende più voti, qualcuno incomincia pure a sibilare i nomi dei futuri possibili ministri, nella convinzione che, in base ai sondaggi, questa coalizione vinca le lezioni politiche del prossimo 25 settembre.
Di sicuro le condizioni di una vittoria di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, insieme ad altri cespugli di centro-destra, ci sono tutte e sulla base proprio di tali pronostici stanno incominciando a venire fuori nomi di possibili ministri espressione di tale coalizione.
Fra questi è interessante segnalare la proposta che da questo schieramento verrebbe fatta, quella appunto di nominare il critico d’arte, Vittorio Sgarbi, come ministro dell’istruzione.
Doveroso sospendere il giudizio, ma non secondario ricordare che coi governi delle destre la scuola pubblica è stata per lo più sempre messa in secondo piano, a cominciare dalla gestione di Letizia Moratti e continuare con Mariastella Gelmini e finire con Marco Bussetti.
La ventilata nomina di Sgarbi, qualora questa coalizione vincesse, sorprende non poco, nonostante il suo robusto curriculum studiorum e i numerosi incarichi istituzionali ricevuti dal noto commentatore politico nonché polemista e critico d’arte che ha avuto pure ruoli di docenza (docente di Storia delle Tecniche Artistiche presso l’Università di Udine e di Storia della Fotografia presso l’Università di Bologna), mentre tutto da scoprire rimarrebbe il suo rapporto col mondo complesso dell’istruzione e della scuola in generale, cha ha bisogno ponderatezza, riflessione, disponibilità all’ascolto, solide basi di mediazione.
Non ci resta allora che attendere, non solo l’esito delle elezioni del 25 settembre, ma anche le nomine nei vari dicasteri, fermo restando, a nostro parere, che se vincesse la coalizione di centrosinistra, posto che trovino un accordo, Patrizio Bianchi non verrebbe riproposto.
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