Papa Francesco, nel suo intervento agli Stati Generali della Natalità organizzati dal Forum delle associazioni famigliari alla presenza del Presidente Mario Draghi, ha sottolineato che molte “famiglie in questi mesi hanno dovuto fare gli straordinari, dividendo la casa tra lavoro e scuola, con i genitori che hanno fatto da insegnanti, tecnici informatici, operai, psicologi! E quanti sacrifici sono richiesti ai nonni, vere scialuppe di salvataggio delle famiglie! Ma non solo: sono loro la memoria che ci apre al futuro”.
E quanto detto dal Papa, risulta pure dall’indagine internazionale commissionata da Ferrero per conto della marca Kinder a Ipsos su mamme e papà ma anche figli di età compresa tra i 7 e i 15 anni, per avere non solo una fotografia delle dinamiche familiari correnti, ma anche una visione di trend nel medio-lungo periodo.
Infatti, secondo quanto è stato rilevato, nell’ultimo anno, segnato dalle restrizioni della pandemia, si sono moltiplicati i momenti condivisi tra genitori e figli. Non sono mancate le difficoltà di gestione domestica, tra Dad e homeworking, ma il legame che li unisce si è rafforzato, quasi a cogliere nelle difficoltà della pandemia una opportunità per valorizzare quel tempo inedito da trascorrere insieme.
E’ emblematico che la cosa che genitori e figli hanno di più apprezzato durante la quarantena è stato il ridere insieme. Ma le attività condivise con più frequenza sono state tante: guardare un film o la tv, cucinare, mangiare insieme, giocare, disegnare soprattutto con i più piccoli.
Contestualmente i genitori si sono divisi tra chi (49%) ritiene che essere un buon genitore significhi innanzitutto fornire un quadro di regole, imporre limiti e mostrare fermezza e chi (51%) ritiene, invece, che essere un buon genitore significhi innanzitutto lasciare quanta più indipendenza possibile al proprio figlio/a. In questo gioco d’equilibrio, leggere, fare attività fisica e disegnare insieme è qualcosa che figli e genitori condividono spesso divertendosi.
La sfida più grande posta dalla pandemia è il ruolo e il rapporto dei figli con la tecnologia, rivelatasi indispensabile nei mesi di lockdown per mantenere un contatto con il mondo esterno, dalla scuola agli amici.
In rapporto con altri Paesi emerge una sostanziale omogeneità della situazione generale, anche se i genitori italiani hanno continuato a svolgere queste attività con la stessa frequenza del periodo di quarantena anche una volta finito il lock-down.
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