Il dottorato di ricerca? È giusto che gli si dia un peso consistente, al fine di accedere nei ruoli dello Stato. A dirlo è stato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.
“Non possiamo chiudere le porte delle amministrazioni pubbliche, per il blocco del turn over, alle eccellenze di questo Paese. E per questo abbiamo fatto due scelte con la Buona scuola e la riforma della Pubblica amministrazione, prevedendo che i dottorati di ricerca faranno punteggio per entrare nella pubblica amministrazione e per l’insegnamento”. Così si è espresso il responsabile del Viminale, mentre era a Palazzo dei Normanni, a Palermo, per la cerimonia di proclamazione dei dottori di ricerca dell’ateneo palermitano.
Alfano, parlando della fuga dei cervelli, ha aggiunto che “il tema del Sud va portato al centro dell’agenda politica”. Perché, ha sottolineato, “sul modello francese, il lavoro nella istituzioni dello Stato deve diventare appetibile per le eccellenze”.
A dire il vero, già prima della Legge 107 dl 2015, il dottorato di ricerca universitario permetteva ai candidati docenti di avere un punteggio maggiorato nelle varie graduatorie. Staremo a vedere come, nei decreti attuativi della riforma, si andrà a delineare il peso ulteriore, maxi, di cui parla il ministro Alfano.
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