E per fare bene la professione di politico, Putin ha capito che bisogna passare per la professione dell’editore.
Secondo Derk Sauer, tycoon dell’editoria proprio in Russia, intervistato dal Financial Times, il modello di Putin per il controllo dell’informazione non è Breznev o Stalin, ma l’amico Berlusconi dal quale ha capito che se si controllano i più importanti canali tv e si riesce a farci la propaganda si potrà andare lontano.
Scrive Simon Kuper del Financial Times che “la ricetta russa è la tv italiana, la politica cinese e l’aggiunta di una goccia di petrolio”.
A differenza di Stalin, Putin avrebbe capito che non c’è bisogno di controllare tutti i canali d’informazione come giornali e i siti internet, dei quali il Cremlino non si interessa, visto che l’80% dei russi si informa attraverso la televisione, e pochissimi sono i giornali che riescono a vendere più di 100 mila copie, in un Paese di 143 milioni di abitanti.
E come in Italia, sembra che qualcosa di simile sia successo in Russia dove, nel 2005, il banchiere Jurij Kovalciuk, amico di Putin, acquista dal comune di San Pietroburgo la rete locale Trk. Il tutto senza un’asta e a un prezzo incredibilmente basso (20 milioni di euro). Poco dopo la Trk si aggiudica in una gara (?) ben 43 frequenze. Segue un decreto di Putin che la trasforma in “canale panrusso” garantendole 40 milioni di euro annui di finanziamento pubblico. La piccola tv di provincia diventa un colosso dell’informazione. Viene addirittura chiamata “Canale 5”, ma è solo una singolare coincidenza dovuta al fatto che, quando nacque, era la quinta tv del Paese. La scalata continua. Tre anni dopo, uno scambio di azioni a prezzo di costo tra amici oligarchi, annette all’impero di Kovalciuk altre tv.
A garanzia di indipendenza del gruppo Kovalciuk c’è una sorta di collegio di controllo formato, in parte, da nomi “liberi” dello spettacolo e dell’arte. Chi lo presiede? L’ex ginnasta Alina Kabaeva, bellissima e presunta amante di Putin, conduttrice di un programma in prima serata, e deputata del partito di governo. A completare il quadro generale c’è Ntv, storica tv del dissenso dopo la fine dell’Urss, strappata per poche lire dall’ente di Stato “Gazprom Media” all’oligarca Vladimir Gussinsnskij, arrestato per reati mai provati e costretto a fuggire a Londra. Ntv adesso è specializzata in documentari contro i nemici di Putin.
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