La strada è stata ormai tracciata da qualche anno e sta per essere percorsa senza ripensamenti e inversioni di marcia. Si era partiti con l’intenzione di non rinnovare, attraverso libere lezioni, le RSU all’interno di ogni istituzione scolastica. Ricordiamo infatti che le ultime elezioni RSU della scuola si tennero tre anni dopo la naturale scadenza del 2009 con la speranza di vedere definiti i comparti e le aree contrattuali ai sensi del d.lgs 165/2001. Infatti nel decreto legge 150/2009, noto come decreto Brunetta, precisamente all’art.65, comma 3 si applicava, come norma transitoria, la proroga delle R.S.U. fino al 30.11.2010 anche laddove le elezioni fossero già state indette come nel caso del comparto scuola.
La scadenza del novembre 2010 non fu rispettata perché sindacati e Aran non trovarono nessun accordo sulla ricomposizione dei comparti del pubblico impiego che andavano ridotti da 12 a 4. La volontà politica era di liberare le scuole dalle rappresentanze sindacali considerate negativamente dai dirigenti scolastici e da una grande parte della rappresentanza parlamentare del nostro Paese. In buona sostanza si volevano abolire le RSU con un colpo legislativo senza precedenti.
Adesso che le RSU sono state rinnovate e il loro incarico è giunto alla naturale scadenza (febbraio 2015), cosa si intende fare per il loro rinnovo? Saranno indette nuove elezioni per eleggere le RSU per il triennio 2015-2017? Le intenzioni politiche sul mantenere in vita le RSU della scuola sono chiare ed evidenti, nel senso che si sta cercando di fatto di abolire questo ruolo.
L’azzeramento del FIS, la conseguente inefficacia della contrattazione integrativa d’Istituto, rappresentano i prodromi evidenti dell’abolizione della figura dell’RSU. Inoltre con lo statuto dell’aumento del servizio degli insegnati delle scuole secondarie da 18 a 24 ore settimanali, anche se su base volontaria ma non troppo, si va nella direzione della conferma di abolire il livello contrattuale d’Istituto, facendo in modo di regolare gli incrementi stipendiali su contratti a livello nazionale e regionale.
Questa è una delle proposte che ha in mente il ministro Giannini per il rinnovo del contratto scuola? Non è dato saperlo con certezza, ma alcuni segnali che le cose stiano andando proprio in questa direzione è un dato oggettivo. Azzeramento del FIS è una verità inoppugnabile, idiosincrasia nei confronti delle RSU e dei sindacati della scuola un altro dato riscontrabile, ritardi abnormi sulle contrattazioni d’Istituto è una verità assoluta. Ecco spuntare o rispuntare dall’alto, l’idea delle 24 ore di servizio settimanale dei docenti, quasi a volere tamponare l’azzeramento del FIS e a significare che la scuola può funzionare meglio senza contrattazione integrativa d’Istituto e senza le RSU. Ma allora una cosa c’è bisogno di capire: “Se verranno abolite le RSU e contrattazione d’Istituto, azzerato il FIS, chi deciderà e regolamenterà i compensi accessori, le funzioni aggiuntive e soprattutto quali saranno i criteri per individuare chi sarà scelto a svolgere un determinato incarico?”
Domande importanti che pretendono una risposta chiara e soprattutto condivisa con le organizzazioni sindacali.
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